Archivio

Archive for marzo 2011

Energia Nuculare

Votiamo ‘Sì’ al nucleare (perché sì, significa non fare il nucleare e il NO lo approva…mi sembra che il referendum sarà in questi termini) perché il Sole è buono e nostro amico, senza considerare che se non avessimo una spessa atmosfera lui si divertirebbe un casino a bruciarci vivi.

Da gennaio a fine marzo durante gli incidenti a Fukushima, ho letto uno sproposito di articoli riguardanti il nucleare e il suo rapporto pericolo/utilità. Mi chiedo come sia possibile che sìttanti articoli trattanti lo stesso tema, arrivino a concluzioni profondamente differenti.
Insomma, qualcuno dice balle.
Nelle mie indagini ho trovato 2 filoni propagandistici: quello governativo istituzionale a favore del nucleare e quello “ambientalista”. Un esempio del primo caso è quello della pubblicità dove un bianco e un negro parlano del nucleare, il bianco è bello, voce suadenti modi educati, seduto composto, colto pulito e vestito bene (e ovviamente pro-nucleare) mentre il negro tossisce con la bocca spalancata, ha una voce gutturale è sporco, lavorerà in miniera e ovviamente è negro (e anti-nucleare).

Quella degli ambientalisti o degli impresari eolico-e-simili (la strategia intendo) si basa su retoriche smielate e verdi icone campestri per ritrarre le attività come quella della combustione dei biomateriali, ricorrendo a strategie letterarie per edulcorare i loro messaggi da Teletubbies. In breve è usare termini come “coprofagia” invece di dire “inghiottirsi la merda”.

Stavo per scrivere un bell’articolo, pieno zeppo di calcoli e numeri inconfutabili, che offrono una completa visione d’insieme ma non ho voluto farlo. Se lo facessi, non farei altro che strumentalizzare l’informazione come hanno fatto i miei predecessori. Ciò non di meno, vi metterò i link e delle fonti con la pappa semi pronta e i calcoli semplificati e spesso in prosa.

Questo lo faccio perché come dice il Dozzo copiaincollando un po di sterco; “Saviano, Santoro, Travaglio, Grillo e compagnia bella sono come l’insalata monoporzione. vanno incontro a chi vorrebbe usare il cervello ma non ha tempo. lavatevi la vostra cazzo di insalata cerebrale da soli, capirete più cose e meglio”

Sul nucleare, in pillole la mia posizione è la seguente:
Nel 2004 si parlava di un consumo mondiale di 15 TeraWatt per anno, nel 2010 qualcosa come 17 per una stima di circa 30 nel 2025 link.

I combustibili di natura fossile si devono esaurire. Il Sole deve spegnersi (ma lo farà tra parecchio tempo) quindi detta fatto, tutti nel solare!
Quindi ho fatto 2 calcoli veloci visto che si, il solare è ok, ma i pannelli non piovono dal cielo (tranne quando le stazioni spaziali impattano l’atmosfera).

il Sole irradia li terra di radiazioni (che chiameremo semplicemente energia) per un ammontare medio di energia che arriva sopra l’atmosfera di 342 watt per metro quadrato (considerando la sfericità della terra eccetera). Tra nuvole e storie varie, a terra arriva poco meno della metà (sempre mediamente) link.

Siccome la terra è sempre scaldata dal sole ma non continua ad aumentare di temperatura, significa che l’energia che prende, la butta anche fuori reimmettendola nel cosmo. La temperatura al suolo aumenta così fino a quando la quantità di radiazione che riesce a sfuggire compensa quella ricevuta dal Sole e nel corso di milioni di anni si è stabilizzata su valori che hanno permesso la vita a dei pezzi di merda come quelli che abbiamo al governo (come spiega la legge di Wien).
Ok, tutto quadra. Ora, ipotizzando di non utilizzare più combustibili fossili, ma solo pannelli solari per soddisfare il vacante 90% (grosso modo, dai) di energia, quanto dovremmo produrre nel 2025? circa 29 Tw.
col solare??? equivarrebbe ad invadere il portogallo e farlo diventare un enorme pannello vitreo (e sì, perché il fotovoltaico converte circa il 20% della radiazione solare in energia, buttando via il resto n.d.a). Questo a mio avviso potrebbe cambiare drasticamente l’ammontare di radiazione rimbalzante e uscente dalla terra, squilibrando la temperatura globale (che è un po questa storia qua).

Nessuno ne ha mai parlato con voi? Raffredderemmo il pianeta! Oltre tutto nessuno ha calcolato di quanto! sapendo che poi bisognerebbe rifare un calcolo dei consumi elettrici, che aumenterebbero visto il raffreddamento globale e visto che noi si deve vivere comunque al caldo.

Io ho però una terza, semplice soluzione:

Un watt equivale a 1 joule al secondo (1 J/s).Il joule è l’unità di misura dell’energia, del lavoro e del calore (per quest’ultimo è più frequente la caloria).

La caloria (o piccola caloria, simbolo cal) è un’unità di misura dell’energia. Viene comunemente definita come la quantità di calore necessaria ad elevare da 14,5 a 15,5 °C la temperatura della massa di un grammo di acqua distillata a livello del mare.

Quandi prendiamo una barretta Vitasnella e la giriamo. I produttori vantano che per ogni barretta da 28 grammi ci sono solo 84kcal, ovvero 84000 cal, sufficienti per riscaldare 8litri d’acqua dal ribinetto fino a ebollizione, e stiamo parlando di una baretta dietetica da 30grammi!
Questo per dire: pensate a quanto quel grassone di Giuliano Ferrara pesa sulla vostra bolletta a fine mese!
Per abbattere i consumi, dobbiamo semplicemente abattere tutti i Platinette sulla terra. Pensiamo un attimo a quanta energia s’inghiottono tutti quei grassoni ammerigani buttandola via tutta in merda a suon di colpi di sciacquone! ma possibile che nessuno c’ha mai pensato e fatto un articolo serio?
l’OralB mi ha già dato ragione e elargito pesanti finanziamenti.
ingenieri termodinamici e dietologi! unitevi e operate uno sterminio! fatelo per i vostri figli, voi che potete capirne l’importanza.

Categorie:Scienze

Vita da mercante (18/10/10)

tutto si sviluppa su di un isola caraibica (settings ricorrente nei miei sogni…).

un posto di quelli che ti fanno sentire a casa.

nel porto c’era molta vita, le locande ti dissetavano per pochi soldi, le bariste erano amichevoli e chi affittava gli alloggi non faceva domande.

io ero nei panni di un garzone ambizioso e spavaldo, che presto sarebbe diventato capitano in seconda di una nave mercantile.

la ciurma non era niente male. tutta genete dalla parlantina veloce e dalla risata facile. ci stavamo godendo alcuni giorni di licenza.

ahhh. si sa… quando passi la vita in mare, un paio di giorni di terra ferma sono un ottimo diversivo.

saranno state circa le 4 del pomeriggio, certamente il sole non aveva voglia di calare, nè di sorgere di nuovo.

sono al porto a guardare l’oceano e a smaltire la sbornia del giorno prima. la sera stessa saremmo partiti di nuovo per consegnare un prezioso carico per Maria Teresa d’Austria (che era una mia amante, ma questo non lo sapeva nessuno… forse neanche lei)

il “lesto” mi raggiunge correndo e sbraitando: “vieni! è successo un casino!”

il lesto era un ragazzo sul metro e mezzo, benda sull’occhio, chioma nera scompigliatissima, pizzettino a punta sul mento e un sorriso scaltro di quelli che ti dicono che lui la sa lunga. mi pare gli desse fastidio il rimore delle ciliege che cadono sugli specchi (come so di questo dettaglio?), ma a parte questo, è uno ok.

“che c’è lesto?” gli rispondo?

“seguimi e ti spiegherò tutto”

prende a correre come se avesse il diavolo in corpo dirigendosi veso la nostra nave. intanto mi spiega l’accaduto

“è successo che ieri notte, Morrison ha fatto una casino”

a quel punto mi spiega qualcosa di confuso, tipo che sulla nave c’è stato un omicidio-suicidio e Morrison è l’unico indiziato, e che è stato incastrato dal re di Spagna che non vuole che il nostro prezioso carico raggiunga l’Austira in tempo.

“la vittima è un ragazzo sulla 30ina. quel bastardo si è ucciso come un kamikaze afghano al quale hanno promesso una ciotola di Nesquik con il latte a temperatura ambiente. La polizia crede che Morrison l’abbia ucciso, l’ha arrestato e ha posto la nave sotto sequestro”

arrivati vicino alla nave vedo che la zona pullula di poliziotti londinesi con la loro casacca blu e il tipico accento da finocchi (gli attuali bobby, vigili urbani di Londra tanto per intenderci).

il capitano ha un fiasco di vino in mano. è completamente ubliaco e ci stà provando con la polena della nave con frasi come: “hei piccola, lo so che lavoriamo insieme, ma tu sei troppo sexi”una scena ricorrente per noi che lo conosciamo.

così il lesto mi dice: “ci hanno fregati. le indagini non finiranno in meno di una settimana. ci serve una nave sostitutiva. Morrison è spacciato, lo metteranno sulla forca.”

“no! aspetta lesto. faccio un chiamo a Maria e le dico che tardiamo un po.”

allora estraggo dalla tasca il mio cellulare e cerco il nome di Maria Teresa d’Austria nella rubrica (che avevo abbreviato in 1a Maria, così mi rimane in cima alla rubrica e non perdo tempo per cerecarla).

la chiamo. il telefono squilla.

guardo il porto. tutto (a parte i poliziotti inglesi) è così rinascimentale… i vestiti, gli edifici… il telefono cellulare cosa c’erntra?

BAM! sono lucido! questo è un sogno!

appendo il telefono. lo butto in mare.

sono cosciente, ma agitato. devo tranquillizzarmi.

cerco di ricordare i trucchi: fisso il pavimento. mi tocco le mani e le guardo.

lentamente il sogno diventa stabile.

il lesto mi guarda stranito… tace… “Fanculo la regina, Lesto! ora io e te andiamo a salvare Morrison, ma abbiamo bisogno di rinforzi”

così alle mie spalle compaiono Dante e Virgiglio (altri personaggi noti nei miei sogni). dante mi appoggia la mano sull spalla e io mi ricordo dell’ultima avventura che abbiamo vissuto insieme all’iferno (in cui mi ha insegnato le arti marziali).

“andiamo!!” e di corsa ci avviamo verso la prigione dove è detenuto Morrison.

indico virgiglio “io e te distraiamo i poliziotti. lesto e Dante, sapete qual’è il vostro mestiere”

il lesto sorride e dante annuisce citando se stesso “noi si è quì per spaccare i culi [cit.]”

 

io e Virgiglio ci pariamo davanti alle caserme (che in realtà è la casa del fascio) e distraiamo i gendarmi componendo un sonetto in endecasillabi sul principio di indeterminazione di Heisenberg. una cosa mai vista. (con questa mi guadagnerei un ricovero coatto)

Dante entra in calcio volante da fare invidia a Chuk Norris, urlando un perfetto “WWATààà!” alla Ken Shiro e atterrando una fila di poliziotti.

il lesto salta come una gazzella e in breve tempo arriva al 3° piano dove inizia a segare le sbarre della prigione con un panetto di burro che aveva precedentemente scheggiato e raffreddato a dovere.

 

guardo l’intera scena, la casa del fascio, il sole, i gendarmi agonizzanti per i calci rotanti di dante e i volgari endecasillabi di virgiglio.

tutto inizia a farsi confuso e

BAM!

perdo la coscienza.

da quì più nulla.

 

cel’avremo fatta a salvare Morrison?

cosa avrà detto Maria Teresa d’Austria del suo prezoiso carico mai arrivato a destinazione?

che ne sarà della storia d’amore tra il capitano e la polena?

cosa ne penserebbe Freud dei miei sogni?

 

lascio ai posteri l’ardua sentenza.

buona pasqua a tutti.

 

la polena. al capitano lo dicevamo che era una woodenpussy

 

I Maya per terminare il governo Berlusconi (11-10-10)

era il 7 ottobre 2012 ed era la fine del mondo.

l’avevano detto al telegiornale. non era una scelta intelligente, ascoltando il TG pensavo alle conseguenze di questa rivelazione. cosa avrebbe fatto la gente?

probabilmente, comunque, la verità sarebbe trapelata lo stesso, quindi le autorità avranno deciso di ufficializzare la cosa.

per il telegiornale, la diagnosi della fine sarebbe stata questa: una supernova sarebbe esplosa a 2 passi dalla terra bruciandone la crosta per intero.

così appena si è scatenato il panico generale (chi si dava alle lacrime e chi all’edonismo) io e il buon amico Rascia siamo andati in Bressera (nota località montana del comasco trasgressivo).

il pomeriggio scorre velocissimo (infatti non ricordo nulla) finché non sopraggiunge la notte.

dietro la luna inizia a nascere una corona di luce e poi un nuovo sole, la luce si fa via via più intensa, il caldo insopportabile.

il fuoco raggiungerà presto la terra, ma questo già lo si sapeva.

tutti urlano e sbraitano. la città ai piedi della montagna sulla quali ci troviamo, appare in tumulto.

io e Rascia siamo sdraiati su delle sdraio, posizionate sul prato, vestiti con dei ridicoli costumini da mare.

Rascia stappa una bottiglia di sidro e me ne versa una pinta in una pentola, io mi metto gli occhiali da sole e incrocio le gambe distese.

 

Gli indiani al centro della terra (13-10-10)

sono nella foresta tipo equador (ma in realtà è l’irlanda del nord, io lo so bene).

faccio parte di una trubù di indiani che mi hanno salvato da un disastro aereo/ferroviario (su questo no comment… non ricordo)

per vivere con loro, però, devo essere uno di loro, diventando adulto. quindi mi dicono che devo trovare il mio spirito guida.

ci sediamo in cerchio, viene acceso un fuoco, qualcuno fuma pipe, un vecchio si fuma un serpente (tipo imbalsamato), gli altri suonano i bonghi e percuotono delle canne di bambù.

nuvole di fumo danzano davanti ai miei occhi. appena mi concentro su di esse appare una figura. E’ IL MIO SPIRITO GUIDA!!!

guardo meglio… lui cammina verso di me. la sagoma è indistinta. poi ad un tratto, con un salto esce dal fumo che lo cela!

per farla breveve è una creatura a metà tra un folletto irlandese e P.A Barakus! (quello dell’A Team per intenderci) vestito di verde col cappellino verde, un fermaglio a forma di quadrifoglio, bretelle bianco-verdi, e un mucchio di catenozzi dorati, anellazzi da 500gr è un improbabile cresta (non è la prima volta che P.A mi appare in sogno).

con voce acuta, ispida e una parlata velocissima, impreca maledizioni a casaccio e mi lancia acini d’uva nera.

allora guardo il capo villaggio e gli dico “wow, altro che lupi, tori e aquile, il mio sì che è uno spirito guida di quelli fighi”

lui annuisce e tira una pippata ad una biscia secca ripiena di tabacco.

“da ora in poi, tu sarai “Grumello che vola” sii fiero del tuo nome”

una vecchia sta per consegnarmi un totem da appendere al collo (credo che sia un grappolo d’uva) ma la sveglia irrompe rumorosa e lacera il mio mondo onirico.

sono sveglio.

realizzo cosa ho sognato.

rido come un imbecille per diversi secondi.

credo di divertirmi un mondo mentre sogno le mie storie malate.

Blu su blu (per la felicità di Rino Gaetano)

Il fuoco amico non è reato, quanto meno negli iunaited staits.

In realtà è questo uno dei principali motori di guerra che permettono il massacro, un po come se fosse il sacrificio in vista della ricompensa.

Il meccanismo si rispecchia nella seguente truce semplicità:Si prendano ‘n’ soldati americani (chessò, 100) e li si ubichi in una qualunque zona politicamente calda (chessò, un medio oriente a caso). Questi soldati, oltre a stuprare le donne locali, a consumare i soldi dei contribuenti, fare la figura degli eroi in patria e far inorgoglire i propri figli “perché il papà spara agli uomini cattivi”, immancabilmente, se equipaggiati di dispositivi d’offesa (siano essi M-16 o coltelli da burro) si uccideranno avvicendevolmente incidentalmente. E’ un dato di fatto, per i soldati americani è frequente come cambiarsi le calze.

Dopo un certo periodo di tempo, prendiamo il plotone di soldati e rimpatriamoli. Supposto un numero di 70 sopravvissuti, gli altri 30 saranno effettivamente morti in terra straniera, quindi per colpa dei medio orientali (e sì, perché se fossero stati a casa, i soldati non si sarebbero mica sparati). L’aggressione ai soldati buoni è la perfetta giustificazione per mandare altri soldati in terra straniera per americanizzare gli stranieri. Dopo tutto non importa chi sia l’aggressore, le lacrime s’indirizzano sempre sull’aggredito.

Le lacrime pagano.

La cosa buffa è che gli emo siano stati i primi a capirlo.

Categorie:Guerra

Errata

arriva anche la prima Errata corrige.in realtà non è un errata, ma solo una correzione postuma ad un errore che ai tempi del racconto non era errore.mi sembra di aver sentito che il PD o il PDL abbiano fatto passare il 17 marzo come festività annuale e non più 50ennale.
C’è nell’universo qualcuno d’importante che gode nel darmi torto.

Categorie:Uncategorized

Infanzie

Sono bambino, mi guardo attorno coi miei occhietti vispi e furbetti nei pressi del lago di lugano dove solevo campeggiare d’estate con la famiglia. In fondo da bambini siamo tutti come dei libri ancora da scrivere e chi ci circonda nei primi anni d’età scriverà molto sulle nostre pagine in quanto i piccoli apprendono esercitando meno selezione nei confronti delle nozioni con le quali entrano in contatto. In qualità di bambino non ero ancora un paranoico schizzato del cazzo.

Siamo in campeggio, papà schernisce delle giovani ragazze che schiamazzano allegre nelle brune acque lacustri.

Papà:”guarda che oche, oche giulive!” dice additando la plebaglia.

Giovane cantastorie”ma papà, cosa significa “giulivo?”

Papà:”eh… che sei un oca”.
Questo è stato l’inizio di tutto: il primo trauma.

Ricevere una risposta che pur essendo un bambino di 6 anni ritardato, non capisci, è stato l’inizio della fine. Una risposta mo di muro di gomma sul quale rimbalzi poichè essa non ti dice niente non ti porta da nessuna parte e peggio ancora, uccide sul nascere qualunque altra domanda di approfondimento o chiarimento sull’argomento. Come formulare una domanda diversa per chiedere la stessa cosa? me lo chiedevo in vano… non capivo… potevo darmi ai gelati, alle ragazzine, al pallone e invece no; ho insinuato nella mia mente l’idea del dubbio che si è ramificata ben presto in un’ossessiva rete di ipotesi senza soluzioni reali che negli anni mi ha reso così come sono ora.
Certe cose vanno frenate sul nascere. Se la vostra prole inizia ad uscire dal sentiero del sano ragionamento, padri, madri, mi appello a voi, correggeteli! non rischiate che vostro figlio un giorno si alzi e si metta a giocare col lego costruendo e poi simulando lo scoppio del reattore della centrale di Fukushima, fermatelo! DATEGLI UN PALLONE, per Dio fate qualcosa!

vi racconterò una storia vera postuma di solo 1 o 2 anni dalla saga delle oche giulive. Sono al mare, col mio amichetto del mare e non avevo mai visto così tanta acqua tutta insieme e il semplice fatto che fosse salata m’indisponeva. Mi sdraio sulla spiaggia e guardo il cielo che è di un blu stupendo. Mi rendo oltresì conto che il cielo è sempre stato blu (fuorchè di notte n.d.a.).

Così chiedo al mio amico perchè, secondo lui il cielo avesse quel colore. La sfida stava che ogni uno avrebbe posto il quesito al proprio padre e avremmo poi confrontato le risposte. La spiegazione propinataci dal padre del mio amico fu rudimentale e poco comprensibile. Non fidandomi del sistema didattico, elaborai una risposta tutta mia e l’argomentai come segue:

“Allora, secondo me funziona così: il cielo è blu semplicemente perché è il riflesso della luce del sole sull’acqua ed essendo al mare, quì c’è un sacco d’acqua. Questo spiega anche perchè da noi, in città, il cielo è sostanzialmente grigio, per via dell’asfalto e del cemento. Secondo me in campagna il cielo tende al verde, ma questo non vogliono insegnarcelo a scuola perchè finchè siamo stupidi loro ci tengono in pugno”

Ora so perché il cielo è azzurro e ammetto di avere sbagliato, ma sulla storia del restare stupidi nutro ancora delle riserve.
buona pasqua.

La Guerra del Gas

Disattivare il contatore del gas. In se, è un operazione semplice. c’è gente che squarta i cristiani per installargli della ferraglia tra le vertebre, c’è gente che trova ancora roba da fare nella stazione spaziale orbitante, c’è gente che si mette ad immaginare che tutte le
masse siano in realtà composte da innumerevoli filamenti vibranti, o che esistano oggetti dalle masse negative…

Sono convinto che escludendo il primo caso, in tutti gli altri esempi la cosa derivi dal fatto che quelle persone non hanno
una compagna, ma questi sono fatti loro e a noi, adesso non interessano. Il punto è che l’umanità si occupa di attività complessissime. Ho recentemente scoperto che disattivare il contatore del gas non è una di queste.

Da prima, avevo immaginato ore passate al telefono ascoltando dei gingle di pessimo gusto, interminabili file a chissà
quale casello per sentirsi dire che si ha sbagliato fila, molteplici lettere di disdetta mandate ad altrettanti indirizzi senza ricevere feedback, e invece no. Una telefonata da 5 minuti. Si comunicano i dati personali e la richiesta di disattivazione alla signorina dall’altra parte della cornetta, lei guarda due tabelle e trascrive i dati e il gioco è fatto.

Signorina del GAS:”allora, sabato mattina dalle 8:00 alle 10/10:30 arriverà il tecnico per disattivarle il contatore”

Eroe Secessionista:”emm. si, grazie. ma potebbe essere più precisa sull’orario? sa, io non ho più le chiavi di casa”

Signorina del GAS:”e, no. dipende dal tecnico, non sappiamo a che ora passerà di preciso. dipende dal suo giro”

Eroe Secessionista:”capisco. non può darmi il numero del tecnico?”

Signorina del GAS:”no, mi dispiace, non sappiamo che tecnico passerà…”

Eroe Secessionista:”capisco. ma devo esserci per forza io o qualcun altro può fare le mie veci?”

Signorina del GAS:”no, per la procedura abbiamo bisogno per forza di lei”

La “procedura”. Mi chiedo in cosa consista perché abbiano strettamente bisogno di me. Scansione della retina? Impronte digitali? Ammaestramento di foche? Gara di bevute e poi 250m di corsa con uno zaino pieno di sassi?
Sabato il nostro eroe della disattivazione si presenta fuori dal cancello della sua vecchia casa.Fa freddo perchè è la
prima settimana di febbraio, quindi si è vestito come Heidi e aspetta il tecnico. In realtà le cose sono andate meglio del previsto, perché il tecnico si è persentato poco dopo le 8:00, di fatto riducendo
un tempo di attesa potenziale di 2 o 3 ore che sarebbe altrimenti stato elevato. In conclusione, aspettare 3 ore in piedi, al freddo, in un vialotto ciottolato, da solo… ok, ci si può portare da
leggere, ma per che cosa? Aspettare ore per scarabocchiare una firma su un foglio.

Nell’era della comunicazione massiva, dove tutti hanno un cellulare, alcuni ne hanno 2 e io ne ho 3, è impossibile
mettersi in contatto con questo tecnico. L’immagine che mi sono fatto di lui è un po come quella dell’elettrone solitario che gira intorno al nucleo di idrogeno:
tutti sanno che c’è, tutti sanno a che distanza orbita dal nucleo, ma nessuno sa dirmi dov’è ora e dove sarà tra un
istante. Però, onestamente, se gli elettroni si muovono in maniera imprevedibile all’interno del loro orbitale, a me frega poco.
Per qualcuno della stazione spaziale sopra citata sarà un problema, ma per me no… a me interessa solo poter parlare con
questo stramaledetto tecnico!

Ora la domanda è questa: Se Berlusconi deve disattivare il gas di casa sua, cosa si fa? lo si fa aspettare 3 ore fuori dal suo cancello?Chiede quanto viene tutta la baracca, e si compra la società del gas?Lasciamo a voi, cari lettori, l’onere della risposta.

Categorie:Storie di vita