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Archive for Maggio 2011

Beati i Pontefici!!

e così hanno beatificato Wojtyla.

l’hanno beatificato perché ha fatto passare il Parkinson ad una suora.

le cose interessanti sono due e le scriverò di getto

1) è interessante come nella scienza medica, ogni azione e scoperta venga subito sottoposta alla più grande acerrimità dal mondo scientifico, volta a denigrare tale scoperta e possibilmente a coprire d’infamia lo scopritore. se la suddetta scoperta passa il test e resiste, creandosi una schiera di seguaci che ne dimostrano l’inconfutabile veridicità tramite innumerevoli raccolte di dati ed elaborazioni statistiche, allora questa viene considerata dagli organi competenti, per poi essere ammessa nell’ “albo delle cure mediche”.

la pranoterapia la si pratica da anni, ha una schiera di seguaci formata da praticanti e pazienti, ma la pranoterapia non e medicina (e probabilmente non lo sarà mai).

l’ozonoterapia (iniezione paravertebrale di ozono e ossigeno per “ossidare” le ernie molli) è quasi accettata come pratica medica, ma sono molti i medici di fama mondiale che dicono si tratti di una cazzata (e a naso potrebbero ave ragione).

la disinfezione è largamente considerata pratica dall’efficacia conclamata, sulla quale nessun personaggio di spessore obietta.

Wojtyla fa qualcosa ad una suora francese, la sua simpatica criccha di scribacchini acclama al miracolo, conseguentemente Wojtyla è un guaritore e va beatificato.

bene.

grandi progressi per l’umanità.

MA ANDATEVENE AFFANCULO!!

2)a me non frega proprio una fungia della sua beatificazione, la cosa che mi fa specie è che mi risulta che fossero circa mille anni da che un papa beatificasse il suo diretto predecessore.

che ci sia stata un’accelerazione burocratica?

una a=F/m?

masse che cadono a picco?

fedeli che si alleggeriscono?

sarà l’effetto di alleggerimento dei portafogli. d’altronde lo dice anche la pubblicità alla RAI: “continuate a pagare l’8 per mille, così con un decimo degli introiti la chiesa cattolica aiuterà i bambini negri ad essere meno negri; mentre con il restante 90%…”.

io me la ricordo così la pubblicità…

andate in pace

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento (citiamo un po Matteo…)

TV Vs Brains

una sera esco coi miei amici. per la verità, alcuni sono miei amici, alcuni mica tanto, ma queste son quisquiglie.

si chiacchera della differenza tra malattia, morbo, virus (noi si fa discorsi così)… e tra gli esempi, un tizio porge quello di Alzheimer. il discorso va anche un po sul serio.

uno dei miei non amici, forse credendosi spiritoso, si sente in dovere di alzare il dito indice della mano destra, puntarlo al celo, e completare una frase con le semplici, perentorie parole “Elmuth!! Alzheimer”.

io lo guardo… qualcuno ride… qualcun’altro fa spallucce…

Elmuth… ma non si chiamava Aloise… Eloise…Eliseo? va bhè, io taccio e continuo i discorsi senza divagare. magari rido un po, se no sembra che mi prendo male per ‘ste cose.

l’indomani tornato a casa mi imbatto casualmente in un articolo che parla del sig.Alzheimer. Aloise Alzheimer.

ma allora da dove viene quell’ “Elmuth”?

incuriosito, digito sulla barra di ricerca di Google “Elmuth Alzheimer” e tadaaa!!!

svelato il mistero. un’interpretazione di Aldo Giovanni e Giacomo di qualche anno fa.

Giovanni interpreta un medico/chirurgo malato di Alzheimer e a volte crede di essere il signor Elmuth Alzheimer.

concordo sul piano cabarettistico-sintattico. Aloise non è un nome ad effetto come Elmuth.

quello che non condivido è l’indissipabile strisciata di merda che lasciamo che imbratti le pareti ceramiche del nostro cervello, come se si trattasse di uno scoppio diarroico.

il potere del tubo catodico imprime nelle nostre menti quello che vuole. è uno strumento terribile.

il problema è la non selettività delle informazioni che ci passa. non le decidiamo noi.

(quello del telecomando e del cambiare canale, è tutta una montatura, credetemi)

alcune sere fa, passeggiavo per il centro della mia città. un piccolo branco di studenti si chiedeva chi fosse “quel tizio lì con la spada in mezzo alla piazza”. “secondo mé è Ungaretti”

“secondo mé è napoleone”

“ma nooo!! è quel tizio là!, quello della guerra in russia!!”

tutta colpa del fatto che piazza vittoria, poteva chiamarsi piazza Garibaldi, e invecie no.

Categorie:Meccaniche sociali

Caso Ruby

io non dico niente perché la questione è complessa… poteva essere uno stupro, poteva essere una cosa consensuale, poteva essere lavoro, e nel caso specifico a me interessa poco, perché credo che quando c’è di mezzo la violenza non ha ragione nessuno e che quando c’è di mezzo il lavoro, è lavoro, quindi non è che poi uno si puo lamentare se gli accordi sono quelli.

Quello che dico è che mi potrebbe dispiacere per Polanski che è arrivato tardi.

a volte è questione di attimi e se la fortuna è trovarsi al posto giusto al momento giusto, la questione è che Roman ha sbagliato il momento.

quindi se non sai mai qual’è il momento giusto forse il trucco è trovare il posto giusto e gironzolarci lì attorno, sperando che il posto giusto sia quanto meno un posto figo.

Categorie:Fortuna

Dateci un reddito!

le manifestazioni, le feste, i raduni… sempre la stessa storia.

credo che in fondo la gente abbia bisogno di urlare. non importa cosa, l’importante è urlare.

in gioventù mi divertivo ad andare alle manifestazioni studentesche, salire su un panettone di cemento o una panchina e urlare  frasi come “perché non se ne può più che sheparilati perafora gaveratte la Gelmini!” e tutti acclamavano caricati dalle mie parole senza senso.

i finali migliori da mettere nelle frasi sconclusionate erano “Gelmini”, “Lavoro” e “famiglia”. poi se si faceva una faccia cattiva e si urlava in celo, la cosa piaceva a tutti i manifestanti.

nessuno credo si sia mai accorto che io e l’amico Rashia urlavamo nonsense.

quindi mi trovo inaspettatamente a Milano, il primo maggio, festa dei lavoratori.

d’altronde io vengo dalla campagna, mucche, trattori, polenta pucciata nel latte, quindi qualunque agglomerato di persone che superi il 100 mi fa strano.

dagli altoparlanti i ragazzi sui carri urlano frasi sconclusionate. frasi di senso compiuto, sì, ma  cosa vuol dire urlare: “dateci un reddito!”? ma chi?? chi è il soggetto? e soprattutto chi ti darà mai un reddito? dai, guardati: ti sei tatuato in faccia!

tipo tatuaggio di Mike Tayson, ma molto più grosso.

automaticamente ti sei escluso da un mucchio di lavori. non so nemmeno se ti prendono a McDonalds con un tatuaggio di quel genere

slogan tipo “facciamo sparire le merde fasciste!” oppure “sciopero precario” o “festa dei lavoratori, festa per pochi fortunati”.

poi bandiere rosse, marocchine e altre di organizzazioni mai viste, da tutte le parti… dev’essere che mi è sfuggito che la festa del 1 maggio è comunista.

quindi questo è quanto:

col mio amico rashia salgo su di una spazzatura e rischiando il linciaggio urliamo “noi siamo a tempo indeterminato!”. alcuni comunque applaudono. sarà che hanno capito la verve, sarà il fumo, sarà l’euforia…

non voleteci male amici manifestanti! noi siamo come voi, solo che lavoriamo per i privati e non ci tatuiamo in faccia.

EEECCCCì!

no, non parlo del bene amato figlio di Starnì.

dicono che con 5 starnuti tutti di fila, si muore.

che storia i pollini e la primavera.

viaggio sul filo del rasoio.

Dai, facciamone subito cinque di fila così non  ne parliamo più.

Allegria!! [cit.] tanto per citare qualcuno che le cuoia le ha già turate da un pezzo.

Categorie:Salute

Se non hai la grana per gli avvocati…

Credo che ucciderò qualcuno.

No, non è per cattiveria, né per pregiudizio.

E’ che certe cose te le senti dentro e sai che devono succedere. Vantando poi un passato nel calcolo combinatoirio e nella statistica, sono portato a valutare con occhio critico quelle leggi che lentamente chiudono all’angolo la mia già debole fortuna lasciandole sempre meno spazio e vie di fuga.

In virtù di ciò, il buon Bernoulli ci ricorda che “la media della sequenza è una approssimazione, che migliora al crescere di n, della media della distribuzione; e che, viceversa, si può prevedere che sequenze siffatte mostreranno una media tanto più spesso e tanto più precisamente prossima alla media della distribuzione quanto più grande sarà n.”

In soldoni significa che se un evento ti può andare bene il 50% delle vote e la prima volta ti va bene, se lo ripeti in maniera analoga la probabilità che ti vada bene sarà minore del 50%

Quindi, sorvolando sul fatto che non ho ancora capito perché le enunciazioni dei teoremi che hanno a che fare con le scienze sono così cazzutamente incomprensibili e chiedendomi se lo fanno a posta o no (se me ne ricordo lo farò in un altro articolo), mi chedo se quando verrò arrestato per omicidio colposo o per aver ferito un innocente, potrò addurre a Bernoulli a mia discolpa.

Ho isolato 2 scene del crimine indiscusse podiste:

1) la combo motociclista+autostrada.

Partendo dal fatto che cel’ho a morte coi motociclisti (in qualità di motorettari e non come persone a sè) perchè a differenza degli automobilisti non salutano mai quando gli concedi la precedenza o gli fai un favore stradale (non come quelli delle prostiture), il mio problema principale con loro deriva dai sorpassi.

In autostrada, tendenzialmente viaggio in corsia di sorpasso quindi a sinistra ho dei blocchettoni di cemento e a destra ho altre vetture più lente.

Quando da sinistra passo a destra (per prendere un uscita per esempio), metto la freccia, calcolo la velocità della vettura dietro di me e sulla destra e, nel caso che questa sia minore o uguale della mia e nel caso che essa non acceleri repentinamente, invado con delicatezza la sua corsia.

Da marzo a settembre, una volta su 20 un motociclista ha la brillante idea di sfrecciarmi sulla sinistra sorpassandomi sul filo di rasoio della linea tratteggiata, proprio intanto che io sto operando un cambiamento di corsia.

Io non ti vedo perchè nella mia linea di visuale sei solo un puntino riflesso in uno specchio che non sto controllando e dove non dovresti nemmeno essere (perché se volessi sorpassarmi dovresti essere nell’altro specchietto) ma io sono un coso bianco di metallo cubico da 2 metri per 5 che sta a 3 metri dalla tua motoretta verde! ma cazzo ma non mi vedi???? Se vuoi morire puoi evitare di tirarmi in ballo? grazie.

Siccome in un un anno prenderò l’autostrada circa 300 volte, quindi 30 volte al mese, tra me e Bernoulli il rapporto sta diventando conflittuale.

2)pedone+SUV.

Quando i pedoni si trovano sulle strisce pedonali, non ci sono storie, ci si deve fermare per farli attraversare, giusto. Quando questo capita su strade a 2 o più corsie, si può verificare un fenomeno singolare, ovvero la contemporaneità e la compresenza di un BUS o ancor peggio di un SUV di un milanese-ticinese che ne aveva assoluto bisogno per andare a fare la spesa.

Questo, da buon cittadino si ferma per far passare i pedoni, ma non esistono segnaletiche indicanti al pilota della vettura retrostante che questo si è fermato per permettere l’attraversamento pedonale, quindi il guidatore retrostante pensa “che fesso, si è fermato senza mettere la freccia” e quindi tenta un sorpasso sulla sinistra proprio quando i decelebrati pedoni credono in cuor loro di poter essere visibili a chiunque anche se si stanno nascondendo dietra ad un cofano che nemmeno Mila Azuki potrebbe scavalcare.

Io sorpasso il SUV che si è feramto a 5cm dalle strisce e poi freno di colpo appena vedo forme di vita che mi vengono in contro come se stessero pascolando in aperta campagna.

Desta curiosità e sospetto il fatto che i pedoni colgono il rischio per la loro vita, ma non colgono che il rischio è legato per lo più alla loro incoscienza.

Sarebbbe come percorrere a piedi un burrone su un ciglio di 20 cm e prendersela con la montagna.

Se però la  montagna non reagisce, magari gli automobilisti insultati, sì. Di fatto ponendo un doppio rischio per l’incolumità dei pedoni.

io non sono uno violento e benchè ex sportivo (la colonna vertebrale mi ha abbandonato), ammetto che magari chi insulta dalle strisce buanco-grigie si sente abbastanza forte per giocare al prepotente, ma davvero non capisce che nell’ipotesi mi basterebbe premere il peide sul gas?

“c’mon man! step this fucking gas!” [George Carlin]

http://www.youtube.com/watch?v=QXvK359TL2Y

Categorie:Uncategorized