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Neri eppur colorati

da quando la parola “negro” ha magicamente iniziato a suggerire un idea di negatività razzista e pregiudizievole,  i lettori dell’oltrecane hanno imparato ad usarla più spesso.

non per volersi schierare dalla parte del razzismo, ma bensì nell’ideologia di martirizzarsi per conservare l’uso corretto della lingua italica.

in vita mia, avrò parlato con 3 o 4 decine d’individui, discutendo sul fatto che dire “nero”

ad un negro, denota ignoranza.

non è come scrivere “migliaia” senza “g”, è qualcosa di peggio. implica il non conoscere il significato delle parole che si usa.

il più delle volte nascono dei simposi interessanti, che spaziano dalla voce Negro di wikipedia, alle citazione delle “lettere da Ventimiglia” di Jacopo Ortis, al famoso passo della Commedia di Dante ove egli varca le porte dell’inferno, a seconda del mio grado di sobrietà.

c’è chi comprende (perché qua è fatto di comprendere una realtà, non si parla di punti di vista), c’è chi no, c’è chi ci ride su e c’è chi quanto meno, apprezza il tentativo.

la mia è comunque una guerra persa.

la lingua italiana è in evoluzione, e sta evolvendosi in direzione della salvaguardia della sensibilità di quel pubblico che si sente urtato nei sentimenti dalla parola “negro”, ritenendola politically uncorrect.

come mai questo non avviene con le bestemmie al Gesù Cristo non l’ho ancora capito.

uno a zero per i Negri.

e sì che Gesù gioca in casa.

comunque, visto che i negri sono tra noi ed è evidente che appartengono ad un aplogruppo del cromosoma Y diverso da quello R Caucasico predominante in Europa (perché dire “razza diversa”, urta i preziosi sentimenti del pubblico), dicevo… si, per distinguerli dai visi pallidi, sono nate diverse espressioni.

oggi analizzeremo l’espressione “ragazzo di colore” (valida per entrambi i sessi), dimostrandone l’incoerenza.

Dicasi “ragazzo di colore”, un ragazzo negro.

partendo da questo postulato, se lo sentissimo per la prima volta, ci rivolgeremmo la domanda: “ma di che colore?” e quindi potremmo passare parecchio tempo a valutare le principali scale di colore delle pelli umani, isolando per esempio il bianco-rosè, il marroncino-rossiccio, il giallastro e il marrone-nero.

ovviamente, se in una conversazione il nostro interlocutore parla di “ragazzo di colore”, evidentemente sta escludendo il suo colore dalla lista, rendendo l’espressione “ragazzo di colore” un espressione razzista, in quanto mi chiedo se i negri parlino di se stessi definendosi “di colore” (ricordo di un negro che per indicarme un altro negro disse: “è stato quel ragazzo afro americano”).

il punto secondo, deriva da un’analisi eseguita col mio Amico dallo Spazio e si basa sul fatto che dovremmo analizzare il termine “colore” e il suo significato.

cosa è colorato e cosa no. cosa è il colore.

ebbene il colore è dato dalla percezione dei nostri organi visivi che analizzano le onde elettromagnetiche. ogni frequenza elettromagnetica produce dei risultati ottico/mnemonici diversi, alla sua percezione. con poche esclusioni che sto ancora analizzando (ad esempio il rosa), tutte le frequenze da noi percepibili sono associate ad un colore.

esistono ovviamente moltissime altre frequenze non percepibili (appena trovo il link che cerco, lo inserisco)

che vengono comunque emesse dagli oggetti che ci circondano.

tutte queste frequenze che i nostri occhi non sono  fatti per percepire, vengono codificate dal cervello con il “colore” nero, che a questo punto appare chiaro non essere un colore, in quanto identifica esattamente la mancanza di colore.

quello che noi vediamo nero perché ad esempio emette luce a frequenze comprese tra 800 e 900 nm (quindi fuori dallo spettro visibile che si aggira tra i 400-700nm) in realtà potrebbe avere tantissimi colori per una specie aliena con organi di vista tarati su quelle frequenze.

per noi i negri, essendo neri, sono senza colore.

magari per la razza aliena citata sopra, i negri potrebbero essere gli esseri più colorati e sgargianti di tutto l’universo, ma per la nostra costruzione biologica, i negri sono molto molto poco colorati.

quindi questo è il mio appello:

se la lingua vuole evolversi che lo faccia con raziocinio.

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