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Archive for novembre 2011

Feti

si, donne.

fate figli, procreate. Fateli, ma prendete atto della verità.

me ne parlò per primo l’amico dello spazio.

io mi documentai e poi tadaaan!

Wikipedia rispose

i feti sono parassiti.

lo dice la scienza,

no way out.

una volta ho ospitato un parassita, è stata un’esperienza piuttosto disgustante (e ve lo dice un uomo difficile al ribrezzo). andai nel bosco (come faccio spesso) e tornai a casa con una zecca. mi accorsi della sua presenza solo il giorno seguente. mi si era aggrappata alla ciccia, lurido schifoso parassita il cui unico scopo era suggere dal mio sangue. s’ingrassava, al caldo del mio corpo coperto dai vestiti.

e sì che una soluzione non violenta era dietro l’angolo. poteva venire a casa con me e chiedermi del sangue; glie ne avrei dato da portare a casa, e invece no, mi ha costretto, per difesa, a strapparla con una pinza dai miei tessuti. il problema è che la sua testa s’è staccata ed è rimasta incastrata nel mio adipe, quindi bando alle cortesie ho preso un coltello e ho reciso il ricettacolo delle sue luride frattaglie, esattamente come si taglia un cordone ombelicale.

ed è qui che la mia immaginazione si ferma. come può un uomo invidiare una donna per il suo privilegio di portare in grembo un parassita? davvero l’uomo si sente inferiore alla donna per questo?

so che un giorno una donna mi picchierà per questo post.

ma anche l’amico Giordano j.j. Bruno è morto per diffondere il sapere.

io potrei cavarmela con molto meno.

forse un occhio nero o un incisivo rotto.

“e mi dedicherò ad un altro grande mistero dell’universo: le donne!” [cit]

il problema della matematica al liceo (o dovunque se non all’università) è che t’insegnano a fare le operazioni con le matrici ma nessuno ti dice a cosa mai serviranno; di conseguenza appena cambi argomento di studio, ti dimentichi tutto.

così quando nella vita reale scopri che le matrici si possono usare anche per studiare le donne (ebbene sì caro  Emmett Lathrop “Doc” Brown) ti rendi conto che non solo non ti ricordi più un cazzo di niente, ma non sai nemmeno da dove ricominciare perché tutto ormai ha un volto così alieno…

bella la squola (huhuh).

 

e la subdolezza del tutto giace nel fatto che quando studi le matrici, hai un così vasto backgrownd che ti ripete che tutti quei calcoli non li applica nessuno se non qualche calcolatore elettronico, che poi quando inizi a masticare degli strumenti matematici veramente utili, non ti chiedi più a cosa servano.

 

mi ricordo che alle scuole medie riempivo quaderni e quaderni di equazioni e disequazioni lunghe come il carrube di Giohn Holmes, senza mai scoprire a che diavolo mi potessero servire tutte quelle parentesi dimmerda.

dico sul serio.

poi ovvio. quando inizi a fare gli studi di funzione o le derivate, mica ti viene in mente che magari possono servire a qualcosa.

 

alle mie maestrine chiedevo cosa servisse fare tutti quei calcoli immotivati e come risposta mi dicevano “è solo un esercizio, serve ad esercitarsi”.

ecco.

grazie.

poi i restanti 10 anni di matematica, va da se che credi serva tutto solo ad esercitarsi.

 

e quando 5 anni dopo le scuole capisci che anche per fare un cazzo di forno per il pane ci son sotto integrali, derivare e matrici, bhé, è troppo tardi bello mio.

Categorie:Scienze, Storie di vita

Democrazia in senso esteso

"è colpa della democrazia!"

il nonno continuava a ripetermelo. era un nostalgico del ventennio. poi non so. diceva che la democrazia non faceva filare le cose, ma era a favore del voto per le donne. apparentemente non aveva le idee chiare il nonno.
e invece alla fine ho capito.
per democrazia, il nonno intendeva “democrazia” in senso esteso, ovvero lasciare alla plebaglia la possibilità di votare, facendo sì che il voto di un qualunque magrebino che ha fatto le elementari da Osama Bin imparando solo il corano e l’inferiorità della donna, valga come il mio voto (io che ho fatto le elementari con la Litizzetto e con Santoro).
e il punto è quello. quando si appartiene ad una comunità di 10 individui (tipo un condominio), il voto di ogni uno (per un decimo) influirà sul proprio futuro.
sia che questa persona la pensi come noi o no.
sia che questa persona ci piaccia o no.
sia che questa persona sia Angelino Alfano, Berlusconi, il PDLlista Carlo Sborra (vedi sotto), Saddam Hussein o mia mamma.
non c’è un cazzo da fare. il nonno aveva ragione e io non l’ho mai capito se non ora.
il nonno, a modo suo, era un precursore; ed io, immaginandomi quindi quali debbano essere i tempi di una presa di coscienza massiva degli italiani, finalmente comprendo che il vero problema della democrazia è la democrazia stessa.

quando studiavo statistica, una cosa che mi insegnarono fu quella che dietro ogni indagine statistica ben riuscita, ci stava un buon campione statistico. selezionare gli elementi a casaccio avrebbe inquinato qualunque rilevazione e qualunque calcolo ben fatto.
l’Italia non può affondare le radici della democrazia sullo schifo a base degli individui che la popolano.
voglio vivere in un piccolo stato dove vige l’embargo sui i rincoglioniti.