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Archive for febbraio 2012

Selezione naturale

ed ecco un altro post apparentemente razzista e indiscutibilmente classista!

considerazioni che non necessitano di parole aggiuntive, se non quelle del buon Lipe che ci ricorda:

la selezione naturale non dorme mai.

e come si può non crederci?

la selezione naturale è un dato di fatto.
e il fatto che certa gente sia arrivata nel XXI sec mi fa pensare che quello che effettivamente non è un dato di fatto, sia l’evoluzione.

Darwin e relazione tra QI e robustezza mandibolare

da piccolo avevo un problema coi ceuingùm.
le big bubble divenatavano dure quando masticate per più di 15 minuti; e come tutti i pargoli (e come Terence Hill in “Poliziotto superpiù”) avevo il viziaccio di appiccicarle su qualunque superficie nascosta per poi riappropriarmene in un futuro qualunque. alcune cicche mi attendono ancora sotto il banco delle elementari e sotto un paio di piatti della mensa.
la spiegazione del loro indurimento strutturale credo derivi dal fatto che masticando la gomma, la si privi dei suoi liquidi presenti nelle microcavità di cui è formata e non la si reintegra con la saliva, perché la gomma la si schiaccia andando a chiudere le sue porosità.

quindi niente… il chewingum diventa duro e questa bizzarria da ingenieria dei materiali può prestarsi al seguente test:
3 generazioni di padri e figli ai quali sacrificare 3 big bubble al giorno per un totale di 28h di masticazione a settimana.
se secondo Darwin nel passato la cottura della carne ha permesso di diminuire il volume mandibolare scimmiesco favorendo un aumento del volume cerebrale, la continua masticazione di big bubble indurite dovrebbe comportare un inspessimento della mascella
quindi una diminuzione della capienza della scatola cranica
quindi un ritorno ad un’umanità primitiva, agevolato dal fatto che alle donne piacciono i mascelloni.

questo, sempre che non si possano aumentare le dimensioni della mascella senza diminuire il volume del cranio…
io non ci vedo un collegamento così diretto.
volete dire che se i cinesi hanno il cazzo più piccolo allora hanno le anche più grosse?

dev’essere che nel libro di Darwin, in piccolo da qualche parte, c’è scritto che la specie “homo” ha a disposizione 35kg di ossa da giostrarsi e distribuirsi come meglio crede.
in definitiva ci è andata di culo che con la diminuzione della mascella, non ci sono cresciuti i piedi di due misure, ma la scatola cranica.
sarebbe stato un dramma per quei poveri bambini indiani cucire scarpe così grosse.

oltre tutto la scatola cranica poteva riempirsi non di cervello, ma bensì di vasi sanguigni più grossi, che avrebbero magari evitato un sacco di mal di testa spiacevoli…

 

come al solito, è un problema di relazione tra le variabili nelle funzioni.
il maestro xkcd propose questo fumetto quando ebbe un dubbio simile.
io lo ripropongo.

paro paro.

tanto per litigare

interessante la recente vicenda mediatica del ballerino Roberto Bolle.

un suo commento su twitter recitava :“Che degrado i barboni accampati al San Carlo”

a chi abbia un minimo di cultura classica del passato, le sue parole suggeriscono uno stato di disagio. una lamento nascente da una società alla deriva, impoverita, decaduta, dove aimè ci sono dei barboni che privati delle quotidianità e delle certezze di cui vivono le persone comuni, si trovano a condividere un freddo spazio all’aperto, cercando un riparo che mai chiameranno “casa”. e come si evince dalle parole di Bolle, questo riparo si concretizza nel teatro di San Carlo di Napoli, quello che in una civiltà benestante e classica rappresentava una delle torce della cultura che leva l’uomo ad uno stato di coscienza superiore, sempre più lontano dall’essere una stupida bestia, un passo più vicino verso uno stato di quiete e pace mentale di una civiltà superiore.

nella mia mente, intanto che leggo le parole di Bolle, si rievocano dei bozzetti di Fallout che accostano delle retrograde forme di civiltà umana e la loro voglia di sopravvivere, a quelle che 200 anni prima erano, geograficamente, le meraviglie architettoniche e culturali di una Washington DC allo splendore. palazzi che adesso sono solo rottamaglie.

un pezzo di merda qualunque invece, pensa che Bolle in realtà è uno stronzo e odia i barboni perché a lui fanno schifo e gli insozzano il teatro.

e quindi il povero Bolle, cosa fa? inutile spiegarsi o farsi capire; deve rimangiarsi tutto e ricordare che a lui “i barboni piacciono”. perché è questa la realtà della concezione della scena pubblica. siamo tutti perbenisti e benpensanti “aperti e progressisti” si dice così no? e poi giù duro a fare gli schizzinosi e i narrow view su delle espressioni che magari nascono anche da dei cuori sinceri e da dei sentimenti veri.

e Bolle, ripeto, essendo personaggio della scena pubblica e vivendo per il suo lurido compiacimento, rimangia tutto e inghiotte senza battere ciglio.

questo dovrebbe farci pensare che dovremmo essere sempre più contenti di litigare con le persone as a whole per delle divergenze opinionali o percettive, perché ogni volta che succede, significa che non siamo dei pezzi di merda come le masse dimostrano di essere.

dimostriamo in oltre che siamo degli esseri umani individuali e non uno di quei 5-6 tipi di persone che esistono nel mondo, che moltiplicati per miliardi, compongono l’umanità. (link)

litigate con tutti e fatelo col cuore.

perché solo quando ci sono opinioni contrastanti c’è crescita,

ed essere del “partito delle buone opinioni preconfezionate” vi farà stare in pace con la vostra coscienza solo quando essa sarà un bisteccone nelle mani dei meccanismi sociali che ci governano.

Sbronze pt1

sono argomenti che escono spesso.

non so, sarà il fatto che per le persone che bazzico, sono storie d’attualità, storie facili da trattare vista la grande disponibilità di materiale.

si parlava di sbronze.

Sbronze alla Bukowski.

quel genere di sbronze delle quali, l’indomani non ti è testimone perché della sera prima non ricordi nulla.

c’è chi ha una prassi da seguire in queste circostanze.

appena ti svegli, la prima cosa da fare è verificare la tua ubicazione, cercare a grandi linee di capire di chi è quel soffitto; se è quello della tua stanza, quello dell’ospedale o quello di un’altra abitazione (magari della bruttona che ci provava due o tre sere prima).

poi c’è tutta un’interminabile serie di operazioni di verifica e ricostruzione dell’accaduto… foto, video, testimonianze, roba rotta, scoprire di cosa puzzano i vestiti….

 

quindi il punto è il seguente:

perchè cancellarsi la memoria di quelle che altrimenti sarebbero (forse) delle belle serate?

 

insomma, se alla fine non ti ricordi nulla, significa che non hai imparato nulla… è come se non hai vissuto nulla, quindi perché vivere quelle esperienze?

 

il perché, viene dal fatto che l’importante non è sempre cosa si fa, cosa si vede, cosa si impara.

a volte l’importante è il bagaglio emozionale.

quello ti resta anche se di fatto dimentichi tutto il resto.

 

anzi, aggiungerò che a volte è bene occuparsi solo di godersi il risultato emozionale trascurando i dettagli materiali.

dell’ultima epica sbonza che presi con l’amico Raschia ricordo che in un crepitante spirito di coesione pisciammo nelle bottiglie della moretti in casa del un nostro amico colonnello Jushimoto assopitosi, perché non avevamo voglia di andare in bagno e stoppare la proyezione di koyaanisqatsi.

 

una persona impiega tutta la vita per farsi una reputazione, ma a volte basta un attimo per perderla….

tante cose è meglio non saperle.

Categorie:Birra

Rilevazioni, teorie, lancio del giavellotto e presa della Bastiglia

questo è un articolo modestamente lungo e moderatamente nerd, quindi se non siete dell’umore, vi prego di evaderlo

[firmato La Redazione].

correggetemi se sbaglio

grosso modo le scoperte nei campi della “scienza fisica” funzionano così:

1-qualcuno osserva un evento

2-qualcuno trova degli espedienti matematici per definirlo

3-qualcuno lo teorizza

4-qualcuno crea un ambiente di test appropriato, che chiameremo E.D.E.N (i nerd capiranno la citazione bethesdiana) nel quale testare la teoria.

sorvolando sul fatto che da alcune centinaia di anni il punto due viene prima dell’uno, l’ordine in cui procedere è sempre quello esposto.

non ha senso ad esempio teorizzare un evento che non si è osservato (direttamente o indirettamente); non avrebbe senso teorizzare che la materia oscura viene creata nei quasar (è un esempio) finché non si osserva qualcosa che ci possa far pensare che la materia oscura venga creata nelle quasar e non nell’ombelico di Platinèt. altrimenti potrei teorozzare qualunque cosa, è questo non sarebbe di aiuto a nessuno.

ora abbandoniamoci ai luoghi comuni;

qualcuno* inventa la moltiplicazione e la divisione

la mela cade dall’albero e colpisce qualcuno* in testa

qualcuno* pensa U=m*g*h —-> E=(1/2*m)*v^2

qualcuno* crea un E.D.E.N e misura l’energia delle mele modificando i parametri “m” e “h” (modificare “g” è difficilotto) e controlla se le equazioni summenzionate danno risultati giusti al variare del valore delle variabili.

logico. no?

quindi potremmo dire che oltre ai matematici che quando non hanno un cazzo da fare, si divertono a creare dei nuovi vestiti per le matematiche e per le geometrie, esistono anche due grappoli di fisici: quelli teorici (che teorizzano) e quelli osservatori (che osservano eventi e raccolgono i dati)

secondo quanto postulato, i fisici teorici svilupperebbero teorie per spiegare le osservazioni fatte dai fisici osservatori.

quello che è sempre successo è però che questi fisici trovano una teoria per spiegare le osservazioni, quella teoria funziona a dovere e poi BAM! un osservatore osserva un fenomeno che non è previsto dalla teoria che fino ad ora era piaciuta a tutti quanti (vedi caso dei neutrini FTL contro la relatività).

nel caso della mela, poteva essere il fatto che un osservatore ad un certo punto, osservava che sulla vetta dell’Everest a 8000m slm, U=m*g*h gli restituisce dei risultati leggermente diversi da quelli che la teoria prediceva (questo perché a 8km di altezza, la gravità g diminuisce leggermente)…

mumble mumble.

questo sì che è divertente. allora giù tutti lancia in resta a studiare e rifare le misurazioni in mille ambienti diversi e a ripensare ad una teoria che metta d’accordo tutti i dati osservati.

non che la vecchia teoria non fosse più vera! semplicemente non era SEMPRE vera in tutte le situazioni. restava vera fintanto che si stava sul livello del mare con una g (costante di gravità) fissa ad un certo livello.

quando le misurazioni scioccanti (quelle che disfano le teorie) erano rare, le cose potevano funzionare.

per 100 anni si disponeva di una teoria universale che spiegasse tutti i casi osservati.

ora, vuoi per l’incremento dello sviluppo tecnologico, vuoi per il differente approccio scientifico dei fisici osservatori, ci sono sempre alcuni dati che non trovano perfetto riscontro nelle teorie vigenti.

allora i teorici iniziano a modificare e “stortare” le vecchie teorie incomplete e a metterci dentro decine e decine di variabili nuove che spiegano come questo o quell’evento osservato possa essere spiegato dalla loro teoria. un po come cercare di creare la curva mediana, dati numerosi dati non perfettamente allineati dove ogni puntino è un’osservazione e la curva è la teoria che li unisce.

“ecco grosso modo come si procede: si prende un foglio molto grande, possibilmente a quadretti, si segnano qua e là dei pallini (chiamati dati) e si cerca di unirli con una linea continua (chiamata teoria), chi riesce a unire più puntini vince il Nobel”. la figura mostra un esempio.

una sorta di teoria che cerchi di fare andare tutti d’accordo, ma quando meno te lo aspetti, BAM! ti salta fuori un puntino troppo, troppo distante per cadere nella tua teoria… e allora cosa si fa?

fino ad ora si è ricominciato sempre tutto da capo, ma qualcuno recentemente si è rotto i maroni e ha “inventato” un blocco di teorie dette generalmente “delle stringhe” che spiegano ogni evento osservato da qualunque osservatore, fondamentalmente aggiungendo un sacco di parametri alle formule e ai modelli, rendendoli estremamente malleabili.

ma si sa, un parametro tira l’altro, così si aggiunsero la densità di materia oscura, l’energia del vuoto, la forza invisibile, l’intuito femminile, il numero di scarpe di Dio e molto altro ancora. Oggi i parametri con cui si può giocare sono settantasei e

sembra che i conti tornino un po’ meglio.

il problema è che queste nuovissime teorie non si limitano a spiegare gli eventi osservati.

e no bello mio.

la teoria “delle stringhe”, con tutti questi nuovi dati e parametri è così malleabile e modificabile che spiega tutto.

si possono far tornare un sacco di altre cose. per esempio funziona molto bene per le analisi del sangue, le scommesse sulle corse dei cani e i bilanci aziendali

TUTTO!! e quando dico tutto intendo tutto davvero! anche quello che non è ancora stato osservato, basta modificare i parametri di un po, ogni volta.

quindi fa rientrare dentro i suoi confini operativi le nuove osservazioni, come anche le osservazioni che non sono ancora state compiute.

può spiegare tutto, anche quello che non esiste.

e quindi, predicendo tutto, non predice niente (al meno per ora).

come faccio a sperimentare una teoria che accetta qualunque risultato? non ho il punto 4. non ho l’E.D.E.N!

non lo so… c’è molta confusione.

esprimo l’idea di abolire (o forse meglio “scremare”) i fisici teorici per 20 anni e istruire solo fisici osservatori.

quando tra 20 anni avremo una valanga di dati, riprenderemo in mano i fisici teorici e riformularemo delle teorie senza che qualcuno ci rompa immediatamente le uova nel paniere.

tutte queste teorie del cazzo campate alla cazzo che non serviranno ad un cazzo, richiedono tempo e forza lavoro che potemmo

impiegare meglio.

non te ne fai niente di 1000 contadini se hai solo 10 semini.

per quanto ne capisco (e spero di sbagliarmi) espleterò la mia ultima analisi con una semplice, lapidaria proporzione:

essendo che siamo in periodo, dirò che la teoria delle stringhe sta alla fisica come il giorno di S.Valentino sta all’amore. è un

espediente per rendere più complicata una cosa che già di per sé è un casino inverecondo.

teoristi delle stringhe, spero che un giorno mi spieghiate tutto quanto quello che non ho ancora capito.

lovv.

Note:* se nel caso, quel qualcuno è Newton, non fa testo perché è stato un Adamo che ha teorizzato, misurato, testato inventando il

calcolo differenziale insieme al mio caro compagno di banco Leibniz e credo sia stato il primo a parlare di “forza”. negli ultimi

200 anni cose così non succedono più.

Categorie:Articoli NERD