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Archive for marzo 2012

il momento del CUD

se già “pagare qualcuno perché ti aiuti a pagare le tasse” non vi sembra una cosa strana, allora aggiungo che a conti fatti, tra le tasse che pago sulla mia busta paga e le tasse che la mia azienda paga per il MIO lavoro, si evince che al meno al meno la meno metà dei denari che produco, vanno in tasse; a foraggiare le casse dello stato (togliendo le tasse sui prodotti alimentari, il gas, l’affitto).

e a pensarci, dovrebbe risultare che per ogni lavoratore non statale, ci dovrebbero essere soldi per stipendiare un lavoratore statale che offre un servizio.

una proporzione 1:1.

ma voi l’avete mai visto il vostro dipendente pubblico? il vostro angelo custode che viene pagato con le vostre tasse ma di contro, si occupa di tutte le questioni pubbliche della vostra vita? (posta-bollette-legge-sanità-scuole-asfalto)

e si, perché se voglio un servizio in più, me lo pago extra-tasse.
tipo la barista che mi porta da bere
ma se ho bisogno di un servizio pubblico, vien da pensare che 20 milioni di italiani lavoratori non statali disporranno di altretanti 20 milioni di italiani dipendenti pubblici.

e invece mi trovo in questo momento, con 15 persone in fila insieme a me, per dialogare con l’unico omino dell’unico sportello aperto, che sia il comune, l’ospedale o la posta dietro casa.

e la risposta è che se non mi sono mai trovato 10 tizi allo sportello del comune, pronti ad aiutare me solo,
è perché mi è capitato di trovarmi da solo, con 10 poliziotti tutti assieme.

insomma,
sbaglio le dosi.

 

e poi con me non sono carini come con le ragazze del Femen. sarà perché scrivo questi articoli su internet? sarà perché neanch’io sono carino come le ragazze del Femen? sarà perché per caso quell’agente di polizia aveva casualmente in mano una pistola invece che una video camera?

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Festa del papà

Citando l’amico Drink, la storia di oggi è brevissima:
Nota come festa del papà, questo giorno cade proprio in san Giuseppe.
non capisco proprio i motivi per i quali un tizio come il marito di Maria (molto spesso menzionata come una “Maria di facili costumi” (grazie Leo) ) sia diventato il simbolo di una celebrazione così cretina, questo perché da un punto di vista prettamente scientifico e nell’accezione della correttezza dell’enunciato, soltanto la partenogenesi potrebbe spiegare una cosa assurda come l’immacolata concezione; il che ascriverebbe il figlio di Dio alla famiglia degli Afidi, pidocchi o alcune specie di lucertole e rane.

Una cosa che però non è assurda, è l’unico problema reale della partenogenesi, ascritto nel fatto che non mischiando i corredi genetici non si possono apportare migliorie biologiche ai nuovi nati, in quanto non presenteranno biodiversità dalle madri…
anche se l’attuale biodiversificazione ci stà uccidendo e quindi comunque sarebbe meglio così*.

insomma, a vederci chiaro le donne potrebbero riprodirsi partenogeneticamente e tenersi gli uomini solo come giocattoli sessuali o peggio ancora.
tanto nessun uomo può competere a letto con un bel vibratore luccicante.
l’unica arma che rimane all’umanità maschile è rappresentata dalla capacità di lusingare le donne in un orrenda, degradante varietà di sistemi e situazioni..

quindi quando i vibratori impareranno a lavare i piatti, io
sarò
fottuto.
come voi altri.
quindi papà, cazzo festeggi? ti è andata di culo soltanto perché negli anni 60 la tecnologia era retrò è i macchinari steam punk dell’epoca non s’addicevano a certi impieghi.

non rimane che berci sopra

* e comuque la tematica della biodiversificazione in relazione alla scelta del partner riproduttivo è una cosa figa, ma a differenza delle donne umane, solo le asari hanno imparato bene come funziona.

Festa della donna

e quindi l’8 marzo è la festa della donna.

La mimosa è gialla e puzza. A me ricorda qualcosa. A voi?
Forza donne, fate un gesto d’avanguardia: invece di fare e dire le solite puttanate anticonformiste (che ora mai sono conformiste), regalate voi un mazzo di mimose ai vostri ragazzi

o un ingresso gratuito ad uno strip club come suggerisce un mio amico musico nel manuale “colpi di scena”.

personalmente alla mia donna ho regalato una carica della polizia in piena regola. una cosa per ricordare i vecchi endings dei cortei   femministi.

se guardate attentamente, una a sinistra sta facendo  il simbolo della gnagna al cielo con le mani…

 

Convincere Manganelli a farmi ‘sto favore è stato facile, con il suo calo di stipendio adesso cerca di arrotondare con qualche lavoretto extra.
e comunque, una curiosità a casaccio: in svizzera le donne hanno diritto di voto solo dal 71

Profezie dell’oltrecane!

l’unico blog sessista nei confronti di tutti i sessi

Coscienza e organismi

a chi può importare la felicità di un individuo se non all’individuo stesso.

la felicità è molto individuale perché è legata alla coscienza.

al pianeta Terra tutto questo non interessa; fondamentalmente perché non è cosciente di sé,e nel caso lo fosse, sarebbe cosciente delle persone quanto noi lo siamo dei nostri globuli rossi.

ma come avviene il procedimento di autocoscienza?

quando si puo dire che un entità è cosciente di sé stessa? quello dell’autocoscienza è un processo che studio da anni ma i suoi meccanismi mi sono ancora nascosti.

succede che ad un tratto, i singoli neuroni che non sono coscienti di se stessi, formano dei legami e si scambiano informazioni sotto forma di segnali elettrochimici e queste informazioni creano un brusio, una sorta di rumore di fondo il quale è cosciente di se stesso pur non essendo cosciente dei singoli neuroni che lo formano.

l’individuo non è il suo cervello che è solo una piattaforma. l’individuo è la rete neurale.

un po come se il Sole non fosse quell’enorme tangibile densa e calda palla di idrogeno ed elio, ma fosse il suo caratteristico suono a “gong” emesso nello spettro delle onde radio, mentre tutto il resto della materia incandesciente è solo un envirorment per crearlo. o come se il Sole non fosse il Sole, ma solo la sua radiazione.

non succede lo stesso per la civiltà umana.

se gli umani sono i neuroni della società, la società non è un rumore di fondo e non è cosciente di se stessa.

perché è questo ciò che succede normalmente in natura: tanti piccoli organismi senzienti generano un grande strumento “morto” che non sa di essere.

come l’alveare d’api o il formicaio

analizziamo ora una catena di strutture:

i quark incoscienti formano il protone e il neutrone incoscienti (l’elettrone sembra sia una struttura elementare).

l’atomo di idrogeno non è cosciente,

si lega all’ossigeno che non è cosciente e forma l’acqua che non è cosciente.

l’acqua è un componente fondamentale della cellula che potrebbe essere cosciente.

le cellule si organizzano in strutture complesse e interagenti, che formano poi un corpo o una parte del corpo come un braccio.

il braccio, come il corpo o il cervello, non è cosciente.

quello ad avere coscienza è solo la rete neurale, che è cosciente di sé e solo ed esclusivamente delle strutture organiche semplici ad essa direttamente collegate e innervate (non ad esempio, dei globuli rossi o dei linfociti).

le reti neurali interagiscono tra di loro e formano la società umana (che è incosciente)

la socità poi potrebbe espandersi e creare delle struttire sempre più complesse

e queste strutture potrebbero diventare palazzi, navi Concordia o pianeti

che formerebbero “sistemi solari”

che formano galassie che formano universi

dei quali noi non possiamo conoscere la coscienza poiché siamo troppo piccoli per condurre dei test su di essi.

se escludessimo la cellula, la coscienza giacerebbe su un unico strato

un unico anello centrale di ogni lunghissima cantena è l’unico ad aver sviluppato questa anomalia dell’autocoscienza, perché “anomalia” parrebbe il  termine che identificherebbe questo evento bizzarro.

ma se il prolma fosse la percezione?

se ogni coscienza facesse fatica a spostarsi di layer per interagire con le altre coscienze?

non parrebbe impossibile.

a prima vista un qualunque cane sembra lungamente più intelligente di un qualunque delfino, poiché col delfino si fa molta più fatica a comunicare. semplicemente perché vi è un incopatibilità di protocollo di comunicazione e analisi, anche se uomo, delfino e cane, si trovano tutti allo stesso anello delle rispettive catene.

come può quindi la rete neurale umana comunicare con la “rete neurale” della cellula o con la radiazione di fondo dell’universo?

si potrebbe obiettare dicendo che le nebulose o i sistemi solari non sono oggetti “singoli” e compatti come noi umani, ma solo realtà formate da corpi che condividono una stessa regione di spazio; ma d’altro canto credo che nemmeno i nostri corpi, analizzadi dal punto di vista dei neutrini, siano sistemi singoli e compatti, ma tutt’al più un insiemi di fibre, tessuti e atomi che condividono uno spazio comune…

roba da perderci la testa.

in queste equazioni c’è qualcosa che continua a sfuggirmi

e in effetti, saltare di livello tra ambienti di ordine di grandezza differenti, presenta le sue difficoltà considerando che a volte è difficile comunicare anche con le reti neurali femminili… figuriamoci con le galassie o le nebulose.

e comunque, per comprendere direttamente cosa voglia dire “spostarsi di un layer” verso sistemi dimensionalmente più grandi o più piccoli, date un occhio a questo programmino in flash.

impiega tanto a caricare, ma ne vale la pena

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