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Archive for Maggio 2012

Dead sea’s practical guide

Fare il bagno nudo nel Mar Morto? bè, è un po come fare sesso con una friggitrice industriale. bisogna andarci con calma e sapere a cosa si sta andando in contro.
“schizzammo ovunque” mi disse un vecchio di passaggio ricordando i vecchi tempi, finendo di raccontarmi le sue esperienze di gioventù.

comunque, visto che su google a prima vista non c’è una guida di sopravvivenza al mar morto e non trovo dei filmati di Bear Grylls, mi occuperò di scrivere due righe di modo da salvare la vita a qualcuno a caso, che forse sarebbe meglio perisse.

Cosa non fare:

non fare la pipì nel mar morto. davvero, non sto scherzando. non provateci. brucia per interminabili ore.

non pastrugnarsi gli occhi con le dita! sembra scontato, ma se sei abituato all’acqua dolce, non ci pensi.

non depilarti prima di immergerti (i locali non si depilano. quindi capita che le ragazze meno mediorientali abbiano dei cespugli tipo gigantesca spugna di ferro per scrostare le padelle dopo le feste di paese a base di polenta). due ragazze polacche dopo 7-10 sec di semi immersione hanno iniziato ad urlare “OHHH! my vagina!!” sembrava di essere in un video di Lajoie.

non raderti prima di immergerti

niente sesso orale dopo il mar morto (a meno ché tu non sia un laghéé pronto per i missoltini più salati della Via lattea)

per donne – non divaricare le gambe nel mar morto. in caso contrario si può chiaramente percepire il mare stesso dire frasi come “I’m the dead see, lady…. and death is what i dooooo” con la voce di Barry White

non nuotare. pensa solo a galleggiare. nuotare significa alzare spruzzi di acqua che possono raggiungere gli occhi

non bere l’acqua del mar morto (sembra una banalità, ma è importante concentrarsi. bere dal mar morto è come bere l’olio esausto di un camion dei pompieri di una qualunque città dell’Alaska). l’acqua non è solo salata, e anche amara e un po piccante, soprattutto se si fa il bagno nelle pozze verso sud dove l’acqua è sempre più densa di minerali.

non provare a vedere cosa c’è sul fondo; non riuscirai mai a pulire gli occhialini o a metterti un paio di lenti a contatto per il resto della tua vita. poi sul fondo non c’è nulla. solo cristalli di sale (si, esatto, niente sabbia, SOLO cristalli di sale)

non nuotare nudo fin dall’altra parte. si sentivano degli spari… e se sono cacciatori di leoni marini e voi siete dei tipetti grassocci, l’oleosità dell’acqua non vi aiuta.

non montare in macchina senza essersi lavati abbondantemente con acqua dolce e assicurarsi di non portare alcun tipo di sabbia con se. la sabbia è così chimica che rovina qualunque cosa. facendo da sommelier per le industrie chimiche, sono sicuro che contiene un sacco di sali di acido solforico (quindi ioni di zolfo-ossigeno) e ioni di bromuro.

se capita di respirare un sacco di acqua del mar morto, si dovrebbe morire soffocati, magari la sera seguente, visto che il sale stanziato nei polmoni dovrebbe riempirli di acqua proveniente dalle cellule circostanti. una sorta di affascinante auto-annegamento.

Categorie:Manuals & Guides

Nuova teoria cosmologica

non so bene come funzioni, ma da un sacco di anni (al meno 15) il genere umano partorisce teorie sulla formazione e sviluppo dell’universo, come se non ci fosse un domani. di fatti, alcune famosissime teorie sulla formazione dell’universo risalgono al 1995 con il filosofo greco Eudosso che in una giornata tediosa si mise a pensare che tutta la robaccia intorno alla terra fosse appiccicata ad un complicatissimo sistema di sfere trasparenti,

la cosa curiosa che non capivo, era : perché creare dei modelli dell’universo quando comunque rimangono dei modelli e non c’è modo di metterli realmente alla prova ricreando degli esperimenti in laboratorio?
a parte gli eufemismi, oltre ad analizzare la radiazione di fondo dell’universo e lanciare un po di dadi a casaccio, non credo ci siano dei veri metodi per testare il modello del Big Bang.
e lo dico, ricordando che il comportamento della materia, cambia radicalmente a seconda dello stato in cui si trova. basti pensare ai condensati di Bose-Einstein, che sono grosso modo dei materiali portati a temperature molto vicine allo zero assoluto (-273°C dollaro più, dollaro meno) sono considerati dei materiali totalmente a sé stanti, perché si comportano in maniera diversa dai loro composti presi a temperature “terrestri”.
insomma, quindi che cazzo di senso ha ipotizzare il comportamento di tutta la massa dell’universo (anzi, di più) concentrata in una capocchia di spillo? davvero crediamo di sapere come si comporti? per quanto ne sappiamo, potrebbe benissimo assumere la forma del piccolo parassita intestinale di “Space Balls” e cantare Hellow my baby (hellow my darling) per interi eoni

quindi l’unica conclusione plausibile di creare nuove ipotesi e nuovi modelli sulla formazione dell’universo è quella di farsi fighi.
ci sono tanti livelli di figume, ci sono quelli che si vestono fighi, quelli che camminano molleggiati, quelli che comprano le app degli aifon e quelli che teorizzano nuovi modelli cosmologici impossibili da verificare.
quindi essendo che non ho soldi per comprarmi un aifon né per permettermi di cambiarmi la biancheria più di una volta al mese, ho deciso di formulare un modello cosmologico.

più confusionario e incoerente degli altri; tanto per.

per prima cosa introduciamo un oggetto chiamato “rete degli spazi”. la rete degli spazi è una rete ideale, composta da quadrati di spigolo con lunghezza = costante di Plank.
tutta la materia, l’energia e la radiazione, si sposta su questa rete. l’oggetto più veloce sulla rete degli spazi è il fotone, che quando è in movimento ha massa = 0. tutti gli altri oggetti che hanno masse maggiori di 0 si muovono più lentamente.
è noto che intorno alle grandi concentrazioni di masse (stelle, pianeti, platinette) i quadratini della rete degli spazi si riducono di dimensione (questo è accettato universalmente).
quindi, in passato, essendo che le masse erano più vicine e maggiori rispetto ad oggi, la rete degli spazi era più piccola
con i salti tra un quadrato e l’altro, minori (dicaimo “minori” in relazine ad una dimensione assoluta, fuori dalla rete degli spazi, che ovviamente non puo esistere se non concettualmente).
quindi potrebbe darsi che in origine l’universo era grasso modo uguale, con più masse, più vicine e con una rete piccolissima.

quindi magari lo spazio (analizziamo in 2D che è più semplice) è sempre stato composto da un tavolone con x quadratini di lato per y quadratini di lato,
e quindi in origine, poco dopo il big bang (dove tutto era compresso in uno spazio ridottissimo di materia calderrima) lo spazio era grande 100 supermetri^2, quindi 10x10spm (un supermetro (spm) è una unità di lunghezza assoluta che ho appena inventato, svincolata dalla rete dell’universo, quindi non si comprime e non si estende mai. sulla terra un supermetro è lungo… em… diciamo un metro)
ora, le masse si sono distanziate, saltando dai quadratini centrali, verso quelli esterni e quindi lo spazio assoluto è aumentato, diciamo diventando 200 spm^2. (masse distanziate)
ma se le masse che si allontanano, ingrandiscono i quadratini della rete degli spazi, e io stabilisco che nel mio modello lo spazio non crea nuovi quadratini, quindi le masse che si distanziano saltando di quadratino in quadratino, arriveranno prima o poi al bordo dell’universo
e quando lo faranno, essendo che non potranno spostarsi oltre, nella mia teoria si creano due scenari:

1- le masse si schiacciano sui bordi come la marmellata si spalma sul pane, di fatto facendo tornare in auge la vecchia teoria greca secondo la quale tutte le stetlle sono solo delle torce attaccate ad una volta celeste; una sorta di grossa sfera di plexiglass rotante che ha la terra al centro (anche se nella nostra teoria, al centro non c’è la terra) ma c’è un busto d’argento di Leonard Nimoy

2- le masse, non potendo andare oltre il bordo dell’universo, si trasformano in radiazioni (per consrevare l’energia cinetica e un po anche per noia) che rivolgendosi verso l’interno dell’universo,arrostiranno tutto quello che c’è. in oltre, con il diminuire delle masse, l’universo si ricomprimerà, magari formando un nuovo bigbang e ricreando le masse partendo dalle energie compresse… non so. anche perché l’universo tornerà piccolo in termini di supermetri ma comunque ci sarànno sempre un sacco di quadratini. diciamo che quando succede, si dichiara Game over e si ricomincia da capo.

e comunque, trascurando le cose inventate di sana pianta, avendo a disposizione la velocità della luce e la costate di Plank, si può calcolare il ciclo di clock dell’universo, che è tipo 10 alla meno diciassedici Hz.
non sono affascinanti le implicazioni di tutto ciò? niente pc più veloci di così ad esempio.

Categorie:Scienze

Merda e altre cose immonde o fatte male

tra poche ore parto per andare nel deserto mediorientale per questioni che riguardano il lavoro e l’elevata radiattività degli isotopi del bario.

visto che siamo tutti impegnati e non c’è tempo da perdere, vi lascio con un ultimo articolo dalle finalità puramente ludiche; un articolo che raccoglie tutta l’essenza della Redazione e tutte le sue buone speranze e auguri per il futuro. auguri per voi, cari lettori.

fatevi una partita in memoria di me.

Il giuoco delle macchine fatte male

e mi raccomando, per il vostro ludibrio personale, attivate le tracce audio,

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la favola di sandy il chimico

 

Aggiungere zucchero alla vostra bevanda alcolica non la renderà più alcolica ma risulterà solo una insulsa e ignorante azione concretizzabile nel prendere a calci centinaia di anni di tradizioni birraie/vinicole rendendovi veicolo di una demarcata, democratica, incancrenita e orribile deficienza nell’analisi dei processi della chimica organica probabilmente originariamente stuprata da dei bitumosi intelletti di baristi del napoletano che siccome mischiano liquami colorati e rendono sbronzi i clienti, si credono dei maghi della chimica.
Ma perché non ve ne andate tutti un pò affanculo? giusto un attimo, senza cattiverie.

Grosso modo la fermentazione alcolica ha comunque come risultato la trasformazione degli zuccheri in alcol etilico e anidride carbonica.
Il processo viene svolto da dei funghi unicellulari tipo lieviti (ma non tipo PaneAngeli delle torte della mamma n.d.a). Inizialmente tali organismi messi nel substrato di coltura (il mosto, il malto o l’impasto del pane) svolgono un’attività aerobica, utilizzando cioè l’ossigeno dell’aria, scindono le molecole complesse degli zuccheri in molecole più semplici. Poi dall’interno della massa in fermentazione per mancanza di ossigeno i lieviti passano alla fermentazione sfruttando la glicolisi, trasformando gli zuccheri in alcol etilico ed anidride carbonica.
in genere se si intende “adulterare” la birra (ma credo anche il vino) si aggiungono degli zuccheri che non vengono dal mosto, per aumentarne il grado alcolico. Tale aggiunta viene effettuata in questa seconda parte del processo di fermentazione.

ogni aggiunta successiva di zuccheri, (vista l’assenza di tempo o di lieviti ancora vivi) è inutile. come Yahoo answers.

per chi invece volesse approfondire il discorso della fermentazione, cosa che sicuramente Rapty non ha osato fare, butto là un link  che aggiunge due formule veloci veloci.

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