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Archive for marzo 2013

L’involuzione della specie pt4 (conclusioni)

“guardando certe facce di cazzo verrebbe da pensare che l’uomo sia stato abbandonato su questo pianeta a corrompere il DNA scimmiesco d’origine.”

questa frase è forse la più illuminante e toccante che sia mai stata scritta/letta/detta.

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L’involuzione della specie pt3

mi chiedo come siamo finiti così in basso e quale sia l’origine di questo scimmiesco ritorno alle origini linguistiche.
avrei usato l’aggettivo “medievale” ma sarebbe rivelatosi oltre modo sbagliato.
l’etichetta e le norme di buon comportamento nel medio evo e fino all’epoca illuminista erano assolutamente duopo.
non potevi saltare sul ponte di una nave (dopo averla pesantemente e violentemente presa a cannonate) e semplicemente prendere il bottino e andartene; c’erano delle formalità da rispettare.
per prima cosa bisognava presentarsi. e sì, mica irrompo in casa tua, ti scopo la moglie modi arancia meccanica e neanche mi presento. ma che modi sono?
poi bisognava esporre le proprie richieste. dalla canonica frase “la borsa o la vita!” al più elaorato “non sono incline alla violenza quanto al rum e alle sgualdrine, vizi costosi… non trovate?”
i pirati di adesso invece si limitano ai soliti vili e spersonalizzanti modus operandi.
uno tra tutti il classico – moto lanciata a cannella, allungare il braccio destro, afferrare la borsetta della vecchietta e sparire nel nulla.
oppure quando il babbo era giovine e in visita alla malfamata Napoli, andava di moda sfilare gli orologi agli automobilisti accaldati che facevano sporgere il braccio fuori dal finestrino al semaforo.

tutti sistemi altamente spersonalizzanti. ritengo che a questo punto tutti possano giocare a fare i piccoli delinquenti, poiché delinquere non richiede nemmeno la nobiltà di parlare o presentarsi, nè la beltà di creare un proprio stile o personalità.
per far diminuire la criminalità che spaventa la gente bisognerebbe lavorare sulla profondità delle persone. se tutti fossimo dei gentiluomini, non ci sarebbero più generazioni di bifolchi perché i ragazzi, fin da piccoli, desiderando conformarsi diventerebbero gentiluomini a loro volta.
io non ho mai avuto paura che Bin Laden (r.i.p.) mi facesse esplodere un afgano nell’orto di casa. ho più paura dei borseggiatori o dei delinquenti di tutti i giorni.

altro sistema dei piccoli criminali del sud (dal repertorio “esperienze del babbo”) consta nel simulare una collisione tra specchietti di autovetture in cui tu viaggi in macchina tranquillo e passi vicino ad una vettura posteggiata con uno specchietto rotto, un uomo a fianco della macchina parcheggiata ti fa “toc toc” con le falangi sulla carrozzeria e un altro uomo posto 50mt più avanti si pianta per strada e ti impone di fermarti asserendo che c’è stato un urto di specchietti e tu, colpevole, non puoi mica andartene facendo finta di niente. truffa con tanto di complice, finto testimone che fa passare il truffatore per parte lesa. Si crea quindi uno scenario ove tu, seppur capendo l’accaduto e presentandoti adeguatamente con una frase tipo “rimembrerete queste vostre nefandezze, marrani!” e li stendi con un calcio rotante, dicevo, sei tu che passi come il buzzurro attacca brighe di turno.

Questo sistema è ancora più nefando del precedente in quanto è volto a confonderti e a fare leva sul tuo perbenismo nei confronti del prossimo in senso lato.

intanto scavo nella memoria e rimembro delle singolari “tenzoni ad insulti” alla Guybrush Threepwood che possono offrire aiuto a quei piccoli criminali che accolgono la proposta di progredire nei crimini, umanizzandosi.

Arrigoni direbbe “restiamo umani”, io preferisco puntualizzare sil “tornate umanoidi”

corso per borseggiatori 2.0.
AGGIORNATI! anche le tue vittime gradiranno.

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L’involuzione della specie pt2

la storia arriva da uno zoo di Chicago, dove nel 1996 un bambino di tre anni, che si era sporto troppo, è scivolato ed è caduto nella fossa dei gorilla.

Immaginate le facce terrorizzate delle famiglie benpensanti che osservano impotenti la scena, immaginate la loro angoscia quando un esemplare di gorilla femmina si alza e si avvicina a grandi passi verso il bambino svenuto per il colpo… e immaginate le loro facce incredule mentre vedono quella nostra lontana cugina pelosa che solleva dolcemente il bambino, come avrebbe fatto con un suo cucciolo, e lo porta verso l’uscita della fossa, dove ormai è abituata a veder entrare e uscire gli altri esemplari della specie del bambino, gli operai dello zoo.
Chissà se si è resa conto della grandezza del suo normalissimo gesto, e chissà se la notizia è arrivata alle orecchie di quelle madri che gettano i figli nella spazzatura, li vendono o peggio.

La vita moderna è stressante, si sa, e ogni tanto c’è bisogno di un bravo gorilla che ci insegni a non comportarci da animali.

L’involuzione della specie pt1

non sono le scimmie diventate uomini, ma sono gli uomini che diventano scimmie.
queste argomentazioni un giorno le raccoglierò tutte nel mio libro “l’involuzione della specie” (anche se involuzione è un termine a mio avviso sbagliato, ma fa comunque scena)

una volta ho visto un documentario in cui uno scimpanzé (che chiameremo ‘A’) usava una pietra piatta ove posizionava una bacca dura e una pietra tondeggiante che usava mo di martello sulla bacca.
un altro scimpanzé (‘B’) osservava la scena con delle bacche in mano.
quando lo scimpanzé ‘A’ aveva finito il suo lavoro, lo scimpanzé ‘B’ ha indicato la pietra piatta con l’indice e ha detto “hu”. al che lo scimpanzé ‘A’ ha preso le sue bacche “sbucciate” e con la zampa ha spinto la pietra piatta verso l’altro della sua specie.

quando prestavo le mie penne ai compagni delle elementari, nel caso mi venissero restituite, 2 volte su 3 presentavano il cappuccio brutalmente masticato.
non ho esempi di esperienze simili dalle scuole medie all’università, semplicemente perché non ho mai fatto le scuole medie.

Categorie:Scienze

Rieccomi froci

quasi quattro mesi che non scrivo eccetera eccetera.

è che mi sono trovato un hobby ancora più nerd dell’avere un blog: spostare dischi di metallo.

cioè, in realtà è un hobby che ho sempre avuto, solo che nelle ultime settimane ho capito che non potrò più farlo. è una lunga storia, dubito che ve la racconterò mai per esteso.

e vabbe’, niente, proverò a stare un pochino più dietro al blog da ora in poi, cercando di tenere a mente che la realtà fa drasticamente cagare e quindi è di gran lunga meglio sparare puttanate quì in attesa che qualcuno le legga.

vi è mai capitato d’impegnarvi a morte in una cosa per anni, di lasciare la propria ragazza perché non vi fa fare quella cosa lì come vorreste voi, di smettere di bere, smettere di fumare, smettere di drogarsi, cessare ogni forma di aggregazione sociale non obbligatoria, mandare a puttane il lavoro, i soldi, la salute, le feste; per riuscire meglio in quella cosa lì… e poi rendervi conto che in quella cosa fate schifo e dovete rinunciare pure a quella?

vi siete mai chiesti perché succede?
io un idea me la sono fatta.

ma in questo periodo di morte di papi e resurrezione di governi, guerre, soprusi, proliferazione di moschee, stupri, aumenti dell’IVA, IMU, IRPEF, erpes, lavoro interstiziale, agenzie di rating… etc

in realtà passa la voglia di pronunciarsi su qualunque cosa.

la precondizione per non pronunciarsi è però essere potenzialmente in grado di comunicare. quindi credo che il qui presente strumento “blog” serva ad avere la possibilità di sprecare una potenzialità comunicativa in segno di rinunzia al pronunciarsi come quando si sta in silenzio al telefono.

mentre se uno sta in silenzio senza telefonare sono cazzi suoi.
chiaro no?

ora vado a dormire, sperando che al mio risveglio siate tutti bruciati in un incendio.
buona giornata.

Fare invidia a Bukowsky

e dopo mesi d’inattività, indirizzodelblog riapre i battenti con un breve e felicissimo articolo! buona lettura

 

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uscire la sera, chiedere “cosa si fa?” e sentirsi rispondere:
“alla fine è sempre questione di inserire liquidi ed espletare cagate”.

“tutto dalla bocca” aggiunge immediatamente il Raschia, per far capire noi da che parte si sta.

questa frase fa invidia; se si tratta il tema “nullità dell’esistere”
e io di esistenze inutili me ne intendo, essendone vessillo. vivere in una forma corporea che si è decomposta e raggrinzita come un pomodoro lasciato fuori dal frigorifero, tendendo ad assumere una sembianza simile a quella di Giobbe del racconto biblico.

attraente come lo sarebbe Jabba the Hut se fosse tisico.
imperante surrogato del ribrezzo.

 

buone feste.

Categorie:immondizia