Riflessioni illuminanti di quando la vita fa schifo e magari sei sbronzo
trasposizione di sillogismi della nottata di ieri:
Talvolte la vita è un pantano di merda.
Ti imprigiona,
ti impregna di un senso di nullità, di impotenza,
di piattume e prevedibilità.
Tu provi a cambiarla ma ti senti come un criceto che corre in una ruota; provi fatica e affanno, ma non vai da nessuna parte.
In quei momenti di abattimento, mi vengono in mente due cose: 1) i miei studi classici/filosofi preferiti, e 2) il mio amico Rascah, dagli Urali, che ieri, da sbronzo ma in un flash di lucidità, mi parla e mi dice:
Bere merda per bere merda, giacché tutto è un mare di merda
e quindi a noi non resta che bere questa merda col gusto di ingoiarne a galloni godendoci la sensazione della merda che scende giù per la gola e una volta appresa l’arte di ingoiarne a galloni, come se questo fosse l’apice della vita e che sia tutto quello che la vita stessa possa offrire, allora si aprorno un sacco di strade della felicità, dove tutto è possibile.
enorme e dirompente l’analogia con ciò che prima di ascoltare il mio amico, pensavo ieri tornando a casa in sella alla mia bici, ricordando un grande filosofo che diceva spesso ai suoi allievi che:
“quanto più la vita fa schifo, tanto più è gustoso tuffarcisi e sguazzarci dentro come porci nei propri escrementi”.
inoltre sosteneva che:
“Chi non ha capito quanto sia divertente sguazzare nella merda e tirarla addosso a quelli che pensano di essere puliti, non ha capito proprio un cazzo!”.
le persone possono essere distanti, migliaia di chilometri e separati da oceani, montagne e paesi Baschi, ma certe connessioni rimangono per sempre, perché una volta squarciato il telo della vita e della socialità, la verità che ci si nasconde setto, non cambia mai.