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Archive for the ‘Guerra’ Category

Selezione naturale

ed ecco un altro post apparentemente razzista e indiscutibilmente classista!

considerazioni che non necessitano di parole aggiuntive, se non quelle del buon Lipe che ci ricorda:

la selezione naturale non dorme mai.

e come si può non crederci?

la selezione naturale è un dato di fatto.
e il fatto che certa gente sia arrivata nel XXI sec mi fa pensare che quello che effettivamente non è un dato di fatto, sia l’evoluzione.

La guerra del latte

Tutto iniziò con un’epica rivolta del 96, che nella mia mente di adolescente lasciò una traccia indelebile;

se le BR avevano ragione, senz’altro rendevano vani i loro tentativi di sovversione per via dei loro strumenti di repressione troppo, troppo violenti;

Vale un discorso simile (sottolineo “simile”, nel senso di “presentante similitudini”, non di “strettamente paragonabile”) per buona parte degli scioperi che, per raggiungere certi traguardi, a volte importanti, causano disordini a chi non c’entra nulla con la questione; ad esempio gli scioperi degli studenti anti-decreto-Gelmini che bloccavano il traffico a Milano intanto che io dovevo passarci per lavorare alle mie formule chimiche. Intendo, ok alla protesta eccetera eccetera, però cerchiamo di rompere i maroni in modo quanto più selettivo. Sarebbe stato più fico intrufolarsi in casa della politicante e segarle tutti i tacchi delle scarpe di modo che gli si rompessero entro un percorso di 550-750 metri a piedi. Una roba precisa, sadica e al con tempo sagace… altro che bandiere e schiamazzi, sarebbe stata un’azione da veri professionisti. Oppure farle trovare ogni giorno, nel frigo, un post-it con scritto che a causa dei tagli alle spese, dei 4l di latte fresco acquistati ieri, si poteva usufruire solo di 2.

Quindi cosa c’era di tanto diverso nel 96 durante le rivolte dei cobas del latte? Fondamentalmente nulla, a parte che stoccavano nelle loro autobotti ettolitri su ettolitri di merda annacquata (altresì nota come idromerda) per poi spararla a pressioni inverosimili dovunque nelle autostrade e aeroporti del nord, oppure sfruttando la diretta televisiva durante la trasmissione di Santoro (Moby Dick) sbeffeggiando il ministro delle politiche agricole Michele Pinto,  durante la quale essi diedero il suo nome ad un porcellino.

Avevo sentito la voce secondo la quale, per ovviare a qualche problema legato ai lotti di vendita del latte, si erano formate associazioni che vendevano il latte direttamente dai distributori automatici. In realtà credo che le cose stiano diversamente.

fatto sta che in preda alla depressione per il mio inesorabile deperimento cellulare, mi sono recato a San fermo della battaglia dove giaceva Lui, il distributore automatico più fico della storia contemporanea. imperava lucente e sfavillante nella notte, in mezzo al posteggio terroso del circo.

il distributore automatico del latte di San fermo che con la sua celeste luce al neon illuminava il cammino di perdizione delle mie solitarie solitarie notti di gioventù, un po’ vintage, un po’ bucoliche.

ecco. non v’è più il mitico distributore.

al posto d’esso ora sorge un pronto soccorso.

ma cosa te ne fai della salute quando non hai il latte crudo?

voglio un bar dove oltre alle classiche spine di birra belghe, ci siano al meno 2 o 3 spine di latte crudo proveniente da vari mammiferi quadrupedi.

ordinare una media di latte non pastorizzato a parer mio fa davvero figo per chi deve ovviare al problema del bere (causa intolleranza, medicinali, malattie, astemia, sport…)

avete mai fatto caso che è ridicolo pagare 4€ per una tazzina di acqua calda e una bustina di the?

quindi fornisco qui di seguito un utile strumento per l’individuazione del latte alla spina nel vostro circondario. dopo aver provato tutti quelli nell’aria del lago comacino, decreto che il migliore (finché non cambiano mucche) è quello a Lucino, nella cascina piena di mosche, cani, cavalli e altre bestie vertebrate tra cui umani.

Categorie:Guerra, Storie di vita

Blu su blu (per la felicità di Rino Gaetano)

Il fuoco amico non è reato, quanto meno negli iunaited staits.

In realtà è questo uno dei principali motori di guerra che permettono il massacro, un po come se fosse il sacrificio in vista della ricompensa.

Il meccanismo si rispecchia nella seguente truce semplicità:Si prendano ‘n’ soldati americani (chessò, 100) e li si ubichi in una qualunque zona politicamente calda (chessò, un medio oriente a caso). Questi soldati, oltre a stuprare le donne locali, a consumare i soldi dei contribuenti, fare la figura degli eroi in patria e far inorgoglire i propri figli “perché il papà spara agli uomini cattivi”, immancabilmente, se equipaggiati di dispositivi d’offesa (siano essi M-16 o coltelli da burro) si uccideranno avvicendevolmente incidentalmente. E’ un dato di fatto, per i soldati americani è frequente come cambiarsi le calze.

Dopo un certo periodo di tempo, prendiamo il plotone di soldati e rimpatriamoli. Supposto un numero di 70 sopravvissuti, gli altri 30 saranno effettivamente morti in terra straniera, quindi per colpa dei medio orientali (e sì, perché se fossero stati a casa, i soldati non si sarebbero mica sparati). L’aggressione ai soldati buoni è la perfetta giustificazione per mandare altri soldati in terra straniera per americanizzare gli stranieri. Dopo tutto non importa chi sia l’aggressore, le lacrime s’indirizzano sempre sull’aggredito.

Le lacrime pagano.

La cosa buffa è che gli emo siano stati i primi a capirlo.

Categorie:Guerra