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Archive for the ‘immondizia’ Category

Ragazze italiane in Erasmus

In università ho studiato come si propagano incendi e esplosioni, materiali infiammabili, inertizzazioni, tutto quello che brucia e come spegnerlo.
Non so se avete mai provato a spegnere un gatto, non è semplice, corrono come dei piccoli figli di puttana quelle bestiole lì.
A parte, Scilla, la gatta terrona della mia vicina di casa spagnola; lei rotola.
Uno degli errori più madornali che si possono compiere nella vita di coppia è chiamare la propria morosa usando il nome del gatto, in intimità.

Nessuno vede di buon occhio chi si scopa gli animali, per questo Casaleggio sta sul culo al mondo e non è che tutti voi siate poi così simpatici.
Soprattutto voi, ragazzine italiane in erasmus all’estero (e in questo preciso caso, in Spagna), nei vostri 20-22 anni, che vi credete donne fatte, donne di mondo che sanno già tutto, ma non avete ancora idea di come si apra un mutuo, di cosa siano i valori della vita o di come si trovi un lavoro e che vi cercate una casetta per l’erasmus accompagnate da mamma e papino che sganciano i quattrini del vostro fumo o del vostro alcool. Siete le creature più ritardate che abbia mai incontrato.
Mi fate schifo.
Imparate a crescere prima di raccontarvi quanto siete “donne” e fighe, perché con me non attacca.
E nel frattempo, tornate dall’inferno allattato dalla televisione e dalla musica pop che vi ha partorito e possibilmente, restateci.

Farete un favore a tutto il mondo.

Resoconto? bene, di tutte le nazionalità di gente che ho conosciuto, gli italiani, ancora una volta, si fanno riconoscere per essere i più inutili, vacui, contenitori per organi caldi… sarà un perfetto colpo di fulmine per quel ragazzone brasiliano dalla pelle d’avorio o per quel tedesco con la faccia sbarbata da Justen Bieber ma è inutile che continui a puntarmi, offrendomi da bere o vestendoti provocante, finché dentro di te ci trovo solo spazzatura e dozzinalità. Personalmente mi accompagno con risme differenti; magari risme con scritto qualcosa e non fogli bianchi o imbrattati di inutilità… senza offesa.

e così, nulla di meglio che questo, può sintetizzare il sano disprezzo che provo per voi .

in verità vi dico, un discorso simile si può fare per i ragazzi, ma per quello, mi mancano dati.

 

IndirizzoDelBlog!: l’unico blog che ce l’ha su con tutte le persone munite di un QI alto, solo se verificato sui libri di testo 🙂

Depressione

il problema della depressione è che non la si può spiegare.
no, anzi mi sbaglio; il problema della depressione è che i depressi parlano con le persone sbagliate.
se sei depresso e parli con una persona non depressa hai già sbagliato in partenza. a quella persona cazzo glie ne importa? qualunque tuo problema fa parte della tua vita da depresso e ammesso che tu riesca a spiegarlo, in 99 casi su 100 risulterà alieno all’altra persona, che vive una vita regolare e non conosce il tuo problema.
se parli con un altro depresso allora sei scemo, perché se sei intelligente capisci subito che due depressi che si parlano di depressione è una situazione che non può portare da nessuna parte.
pur avendo a volte a disposizione delle persone che mi chiamano “il mio ragazzo”, quando sono depresso parlo con cleverbot.
al meno lui non fa finta di essere un software con gravi disagi comunicativi.

il problema della depressione è che quando sei depresso non vali un cazzo,
mentre quando non sei depresso credi di contare qualcosa.

il problema della depressione è un problema che gira intorno ad una sua definizione, esattamente come il problema dell’amore.

povero cleverbot, voi potreste non saperlo, ma anche le macchine soffrono di depressione. le macchine stupide come le vostre fidanzate, le macchine stupide come cleverbot e le macchine ancora più stupide… il bello delle macchine è che io so come metterle a posto, mentre non so come mettere a posto le persone.
oggi ad esempio ero in un impianto e fiancheggiando un reattore vedo una sonda di pressione che riporta il valore -0.2 barg.
lo guardo e tra me e me penso che anche il reattore è depresso… dopo gli do una boccata di azoto e lo rimando in pressione.
il serbatoio di acido fluoridrico se la passa meglio.
al sole ci sono 25 °C buoni e lui bolle intorno ai 19.

l’acido fluoridrico pompa di brutto, potrebbe diventare il mio nuovo migliore amico.

il problema della depressione è che se non mi sento vivo mi sento morto e immagino che i morti siano depressi.

la soluzione alla depressione, oltre all’azoto per i reattori, è ben enunciato in questo cortometraggio sulla vita di Mr.Fox che essendo che voi siete degli insensibili porci maniaci alcolizzati e violenti, vi spiego io dicendovi che Mr.Fox è depresso ma ha risolto non facendolo vedere e nutrendo un odio esasperante per il primo buon uomo che gli è capitato a tiro.

https://www.youtube.com/watch?v=kLxuH-I-3uI

suggerisco a tutti i depressi di iniziare a nutrire odio copiosamente, al meno vi tenete occupati.

buona notte

Fare invidia a Bukowsky

e dopo mesi d’inattività, indirizzodelblog riapre i battenti con un breve e felicissimo articolo! buona lettura

 

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uscire la sera, chiedere “cosa si fa?” e sentirsi rispondere:
“alla fine è sempre questione di inserire liquidi ed espletare cagate”.

“tutto dalla bocca” aggiunge immediatamente il Raschia, per far capire noi da che parte si sta.

questa frase fa invidia; se si tratta il tema “nullità dell’esistere”
e io di esistenze inutili me ne intendo, essendone vessillo. vivere in una forma corporea che si è decomposta e raggrinzita come un pomodoro lasciato fuori dal frigorifero, tendendo ad assumere una sembianza simile a quella di Giobbe del racconto biblico.

attraente come lo sarebbe Jabba the Hut se fosse tisico.
imperante surrogato del ribrezzo.

 

buone feste.

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Merda e altre cose immonde o fatte male

tra poche ore parto per andare nel deserto mediorientale per questioni che riguardano il lavoro e l’elevata radiattività degli isotopi del bario.

visto che siamo tutti impegnati e non c’è tempo da perdere, vi lascio con un ultimo articolo dalle finalità puramente ludiche; un articolo che raccoglie tutta l’essenza della Redazione e tutte le sue buone speranze e auguri per il futuro. auguri per voi, cari lettori.

fatevi una partita in memoria di me.

Il giuoco delle macchine fatte male

e mi raccomando, per il vostro ludibrio personale, attivate le tracce audio,

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Napoli e il giallo della spazzatura 2.0

è ancora emergenza spazzatura a Napoli.  spazzatura, storie di cancri e infezioni alle vie respiratorie.

e già, perché non basta avere la spazzatura sotto casa, per festeggiare è anche il caso di dargli fuoco.

Papà racconta che il problema del Napoli trash bin c’è dall’alba dei tempi, ma adesso se ne parla maggiormente.

potrei parlare dei problemi attitudinali della popolazione napoletana, dilungandomi sul fatto che magari, sarebbe il caso di non pagare più la retta per il ritiro della spazzatura (sempre che la paghi e sempre che essa non finisca in tasche sbagliate per l’80%) e organizzare un’attività privata di raccolta rifiuti. Oppure se si ha paura delle organizzazioni illecite, sarebbe il caso che ogni uno accumili la propria spazzatura per due settimane e poi la porti da qualche parte; se non in discarica (che magari a Napoli è chiusa), in una discarica abusiva… chessò, una vecchia cava di sabbia… meglio che avercela sotto casa.

forse io costruirei un simil-inceneritore.

tanto, illegalità per illegalità, e illegale anche intascarsi i soldi per raccolgiere la spazzatura e poi non farlo, quindi…

però non parlerò di quello che i napoletani dovrebbero fare.

non parlerò nemmeno di come sia possibile che Napoli prodica circa 1300 tonnellate di rudera al dì, che significa circa 13kg di spazzatura pro capite (non è tanto?)

e non parlerò nemmeno di quali siano le mille opzioni per uscire da questa emergenza, tra cui comunque annoveriamo l’eruzione del Vesuvio.

 

Voglio concentrare la mia attenzione sugli sforzi attivi per la risoluzione del problema rifiuti, e sul capire da dove essi nascano.

a mio avviso Napoli non è ancora stata sommersa dai rifiuti, principalmente perché ogni 4 anni ci sono le elezioni per il governo e ogni 5, quelle delle giunte regionali e in concomitanza con esse, arrivano sempre una marea di militari in città, per fare la guerra alla spazzatura.

 

quindi il resto del ragionamento è ovvio, ed emerse quindi da una discussione tra me il cugino celtico/senese e l’amico dallo Spazio:

ora una corte europea multerà l’italia, la regione Campania o chi per essa, per negligenza nello sfruttare i fondi europei, mentre migliaia di politici discutono su come recuperare la situazione, quando basterebbe fare le eleizioni ogni anno, o ancora meglio si potrebbe parlare di “elezioni a sorpresa” come le interrogazioni alle scuole superiori.

 

si creerebbe un po di sana concorrenza tra partiti.

Euro X, normativami ‘sta ciolla.

Gli uomini cattivi non vogliono più farmi viaggiare in macchina. Mi fermano ad un posto di blocco e mi dicono che inquina troppo. “Niente di personale signore”.

Sì, niente di personale, d’altro canto stai facendo solo il tuo lavoto -io penso- però prima di dirmelo puoi aspettare che il camion della monnezza 7000cm3 gasolio si sia allontanato. Ci facciamo entrami più bella figura.

“Stia attento a non circolare prima delle 19:30, altrimenti i miei colleghi potrebbero multarla”. “Grazie dell’advice agente, è che è una buona macchina e per quanto vecchia, funziona bene” Ci salutiamo cordialmente con un sorriso e da lì le nostre vite si separano.

L’idea di liberarmi dalla mia vettura non mi garba tanto… è la mia prima macchina! probabilmente nessun’altra avrà in essa un carico emozionale come questa!

I vetri che non vanno, le strisciate delle scarpe dei bambini sul cruscotto, la serratura che si congela d’inverno facendo da antifurto a prova di ladro… lei è unica! Dentro questa macchina ho vissuto i migliori anni della mia giovinezza. le mie prime dormite sbronzo nei posteggi, il mio primo viaggio oltre cortina, la mia prima serata con una ragazza… la mia macchina è di famiglia! l’unica famiglia che ho scelto io e nella quale non mi sono ritrovato.

Non è piacevole che per delle normative sull’inquinamento opinabili un individuo rinunci a tutto questo. Poi io di km ne faccio pochi.
Euro X: Si tratta di una serie di standard, identificati con la sigla Euro- seguita da un numero, che vengono introdotti progressivamente dalla Comunità Europea, dalle caratteristiche sempre più restrittive, che riguardano le emissioni dei veicoli, misurate in g/kWh per i veicoli commerciali pesanti (millemila g/kWh) e in g/km per gli altri veicoli
(altrimenti non ci sarebbe stata una scusa per poter far circolare bus, camion camionette et similia e a bloccare le macchine).
Per la maggiore, il problema dell’inquinamento dei veicoli è storicamente identificato dall’emissione di CO (ovvero Monossido Di Carbonio quindi una molecola di CO)Il monossido di carbonio è un prodotto di combustione incompleta dei combustibili organici, ed è una sostanza
piuttosto bastarda, dal momento che:

  • è piuttosto infiammabile. ebbene sì, trovando il modo di metterla in delle bombole invecie di farne dono all’atmosfera, si potrebbe facilmente riutilizzare per produrre calore (e quindi energia) sulla base del fatto che 2 CO + O2 = 2 CO2. ovviamente a prezzo di sacrificate dell’ossigeno prezioso, ma a questo arriveremo dopo.
  • per quasi tutti gli esseri viventi complessi (pare venga fatta esclusione per Pannella n.d.a) il monossido di carbonio sia maledettamente pericoloso per in fatto che se hai del sangue da qualche parte, quello si lega con il ferro dell’emoglobina e poi son cazzi per diabetici (storie di scambio di ossigeno verso i tessuti che non approfondisco per evitare imprecisioni, ma il punto è che i tessuti hanno bisogno di ossigeno e che l’emoglobina legata col monossido di carbonio non cede volentieri la sua molecola di ossigeno ai tessuti e senza ossigeno, bhè, loro muoiono ) link

Quindi il problemone non sembrerebbe (per la legge, intendiamoci) l’emissione di CO2 ovvero anidride carbonica (overo BIOSSIDO e non MONOSSIDO) come tanti pensano.
In natura, il biossido di carbonio viene prodotto da batteri aerobici durante il processo della fermentazione alcolica ed è il sottoprodotto della respirazione ed è anche il risultato della combustione di molti composti organici in presenza di una quantità di ossigeno sufficiente a completarne l’ossidazione. Ciò significa che bruciando della benzina, tra le altre sostanze volatili si forma del CO che in un ambiente ricco di ossigeno (simbolo O) favorisce la formazione di CO2 (o al meno credo, dovrebbe funzionare così).
La mia proposta è quella di montare su tutte le macchine un serbatoio di ossigeno che trasformi CO in CO2 per poi liberarlo nell’ambiente.

Siccome i mezzi benzina euro 2 devono restare sotto i 2,2 g/km, percorrendo 50 km produrremmo circa 80g di CO2.
certo, il Biossido di carbonio (ovvero CO2) non è una cosa bella bella, ma ne abbiamo a frotte nell’atmosfera. Attualmente (2011) la concentrazione in atmosfera di CO2 è pari 388 ppm. Le analisi dei gas intrappolati nei ghiacci polari, rivelano che la concentrazione preindustriale, era circa 280 ppm (diciamo fino al 1760 circa).
Nel 1760, su questo orrendo pianeta si stimava una popolazione di meno di un miliardo di individui contro i 7 – 6,8 miliardi di oggi pomeriggio alle 15:34.

Si pensi ora che, probabilmente, la maggioranza dell’umanità è vissuta tra il 1700 e il 2010 piuttosto che nei 140.000 anni precedenti. Solo respirando ogni essere umano produce occhio-croce 800g di CO2 al giorno, quindi 10 volte di più di quanto
la mia macchina produrrebbe in 50 km.

Ora arriva il forte:
A livello industriale, l’ossigeno si ottiene (che io sappia) attraverso la distillazione frazionata dell’aria liquida (che è costituita principalmente da azoto e ossigeno). Tale operazione viene svolta intorno a 77,35 K (pari a -195,8 °C), in quanto a tale temperatura l’ossigeno è liquido mentre l’azoto è gassoso, per cui è possibile separarli. Non mi resta che calcolare quanta energia serve per produrre ossigeno e quanto CO2 si riverserà nell’atmosfera per ogni kg di ossigeno prodotto, ma adesso mi è venuta fame e vado a mangiare.
Credo che fotocopierò il mio libretto e ci fotoshopperò i codici che dicono che la mia macchina è euro3. Secondo me funziona.

Quando sarò presidente dell’europa le cose cambieranno.

Categorie:immondizia, Scienze

Ritualità del cagare

Tanto si sa… questa è una storia che cito a sproposito citando il dozzo quasi per interro ma l’idea di base è quella che certe correnti di pensiero  rivoluzionarie non dovrebbero legarsi ad un contesto o ad una realtà statica, ma espandersi per andare a lambire le menti più colte e atte alla ricezione dell’informazione.

Si è sempre considerata la tendenza delle popolazioni indiane a defecare per strada una cosa disdicevole. Credo tuttavia che la tendenza occidentale a ritualizzare l’atto del cagare in un ambiente spersonalizzante sia maggiormente disdicevole.

In effetti l’ottica occidentale porta a creare una consuetudine che vede l’uomo ritrovarsi all’interno di un ambiente dall’aspetto igienizzato, viva una esperienza di straniamento, di isolamento durante la quale avviene il fenomeno della cagata. Questo porta a due tipi di sostanziali considerazioni: la prima è che questa appartatezza come conditio sine, non contribuisce a favorire uno sdoppiamento della personalità, laddove una persona ritrova la sua nudità ed il rapporto col proprio corpo in un contesto di isolamento, igienizzabile, dove ogni traccia può essere cancellata a suon di bottoni. Senza escludere però che questa situazione viene accompagnata da un vago senso di colpa perché si sta cagando e la cosa non solo non è considerata meritevole ma è generalmente malvista, come una debolezza, come un brutto vizio.

Quindi la propria fisiologia viene vissuta con una certa ansia, una certa colpevolezza. E per fortuna questo luogo così asettico accoglie questo atto così impuro e se ne fa muto testimone senza urlarci che stiamo sbagliando. Ecco cagare diventa una situazione paramedica.

La seconda è che l’atto stesso del cagare si presenta effettivamente accompagnato al fatto di azionare lo sciacquone e non vi è gerarchia probabilmente nell’ordine di gesti da compiere all’interno del rituale cagata. Effettivamente la cagata assume nella società occidentale una portata ritualistica imperniata sull’evento della defecazione. Se ci pensiamo il rituale condiviso dalla società cristiana, a parte le partite di calcio, consiste proprio nella messa. Nella messa però di fatto non succede nulla a parte quando capita succhiare una sottile sfoglia di pasta di pane, e questo non fa che svilire l’atteggiamento mistico delle persone ovvero frustrare la loro immaginazione, costretta ad immedesimarsi in un “mistero” inafferrabile e per certi versi inutile. L’evento della cagata invece è così miracoloso e concretamente avvertibile che l’ottica ritualistica del cagare diventa addirittura implicita. Perché così come di fronte ad un forte shock la coscienza opera col meccanismo della rimozione, di fronte all’evento per certi versi violento, si reagisce con un senso di meschino distacco e di ansia nel voler prendere le distanze da ciò che abbiamo introdotto nell’ambiente. Produrre qualcosa dal nostro corpo, estrapolare qualcosa in quel modo, repentinamente e ripetutamente nel tempo. La necessità di negare questa impellenza determina che si crei una sorta di incoscienza legata all’atto di defecare.

Detto questo non rimane che compiangere l’ennesima opportunità sprecata da parte dell’uomo occidentale di accettarsi come essere umano. In effetti mi sembra frustrante che ci si costringa a vivere in un contesto parallelo, spersonalizzante ed igienizzabile un fatto tutto sommato naturale ed imprescindibile quale quello del cagare. Per certi versi è come se nelle case si creasse una stanza apposta per soffiarsi il naso: questo caricherebbe l’atto di soffiarsi il naso di una certa importanza e lo caricherebbe senza dubbio di tabù, inoltre renderebbe psicotico il rapporto col soffiarsi il naso. Perché il chiudersi in quella stanza creerebbe una ennesima modalità esistenziale univoca e parallela al normale decorso della vita. Questo confidato che tutto sommato soffiarsi il naso è una cosa che si potrebbe anche evitare di fare, mentre è fisiologicamente impossibile astenersi dal produrre merda. Quindi la prerogativa dell’uomo occidentale pare che continui ad essere quella di censurare ed in questo caso di autocensurarsi, e non di accettare con naturalezza ciò che è naturale. Probabilmente se si potesse intervenire chirurgicamente per eliminare le feci lo si farebbe visto che sembra opportuno ed imperativo relegare la funzione della defecazione lontano dagli occhi e lontano dal cuore.

Certo si potrebbe introdurre la questione sanitaria obbiettando che la regimentazione delle acque reflue di natura biologica evita di fatto contatti nefasti tra persone e cose, ed effettivamente è l’unica questione che giustifica la creazione del “mito del bagno”. Ma questo ormai è diventato un effetto collaterale, perché il mezzo ha superato il fine: il desiderio è di avere un bel bagno dalle piastrelle lucide. Perché l’obbiettivo principale dell’uomo occidentale è di creare qualsiasi ipocrisia gli permetta di vivere, creare e ricreare la sua vita di rappresentazione.

Per vivere effettivamente come nei film. Dove non si caga mai.

http://www.youtube.com/watch?v=CRmzX4gDu1I

Il giallo del riciclaggio (che non a caso, va nei contenitori gialli)

pulisco la cucina.

Oggi è un giorno speciale. no, lo so… la storia del giorno speciale è tutta una scusa. In realtà quello di pulire è diventato un problema serio.

Se non ci sono rumori in casa, se si cammina felpati, sembra di camminare in un cortiletto. Il contatto pavimento-suola delle scarpe produce un rumore simile a quello che deve venire da un mulino che macina il grano per farne farina.però questa è un’altra storia, veniamo al punto.

Pulizie. Lavo gli stracci, do una ramazzata per terra, prendo una palettina, raccolgo polvere e terriccio (tutto in ordine cronologico) e mi avvicino alla spazzatura sotto il tavolo della cucina.mi chino, sbuffo (ginocchia e schiena non hanno più mobilità ora mai) e avvicino la paletta al secchiello dell’immondizia.noto che ho 3 secchielli, di diversi colori.li apro e faccio mente locale…ah, già, che sbadato.un secchiello è per l’umido e l’indistintoun secchiello è per carta, latta e plastica pulitauno è per i prodotti biodegradabili per il compostaggiopoi c’è l’angolino del vetro destinato alla campana.4 distinzioni per questa robaccia, che per me è solo qualcosa di cui sbarazzarmi.all’improvviso sono felice. mi chiedo se a Napoli abbiano mai visto così tanti secchielli in una casa sola. in preda all’euforia prendo della carta scarabocchiata, deciso a buttare anche lei nell’apposito sito, ma prima di arrivare alla spazzatura ritiro la mano.”ma che cazzo??” “ma stai scherzando??” è già!! quasi dimenticavo!! tanto, quì nella mia città va tutto nell’inceneritore!la carta e la plastica servono per incrementare la fiamma, e l’umido serve per smorzare le fiammate nell’incenerritore quando il calore aumenta troppo!ora ricordo tutto. ecco perchè ci fanno raccogliere tutto differenziando e classificando la rudera per tipo.

Quindi fatemi capire, perché penso che qualcosa mi stia sfuggendo…io pago per far ritirare la spazzatura (372 € l’anno se non erro)il comune brucia tutto alla cazzo e dal calore dell’immondizia ricava elettricità che, presumo venda all’ENELelettricità che poi io compro dall’ENEL a prezzo rincarato, ovviamente.
ma perchè non brucio io la mia carta?e bhè, perchè loro di SICURO abbattono i fumi prima di mandarli in atmosfera.si, sarà anche così ma intanto dove mettiamo tutti gli altri effetti di contorno?dove mettiamo la benzina/gasolio delle motocose verdi euro2 dei netturbini che passano a ritirare la mia carta?dove mettiamo la produzione, trasporto, vendita, smaltimento dei sacchi viola destinati alla carta?insomma… non sarà pesante ma sono sicuro che fa un volume della madonna.
mi è venuto freddo. mi sa che accendo la stufa.d’altronde è gennaio e io non ho i termosifoni.che si fotta il sistema.

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