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Archive for the ‘macchina’ Category

Benzinai e progresso.

I benzinai protestano per le nuove politiche delle aziende petrolifere: “Siamo solo un costo, vogliono sostituirci completamente con i distributori automatici e il governo non fa nulla.”
Già.
Una vita spesa per imparare un mestiere così difficile buttata nel cesso.

Si chiama Progresso.

Lo stesso Progresso per il quale nessun venditore di enciclopedia viene più a rompervi i coglioni porta a porta dal momento in cui, con un click, potete ottenere tutte le informazioni che volete.
Dov’era il governo quando si permise quell’abominio?

Lo stesso Progresso che ha consentito alla tua ragazza di sostituirti con un vibratore dopo le tue consuete eiaculazioni precoci.
Dov’era il governo quando si permise quell’abominio?

Lo stesso Progresso che un giorno porterà l’umanità a sostituire Michele Serra con un generatore automatico di banalità post-sessantottine.
Ok, qui il governo potrebbe anche farsi i cazzi suoi.

Ma tornando ai benzinai chissà se, tanti anni fa, gli stessi che oggi protestano sarebbero scesi in difesa dei cocchieri dopo l’avvento delle automobili.
Di certo oggi non avrebbero un lavoro per cui protestare.

L’ubiquità è IL superpotere

Una cosa che mi manda il cervello pericolosamente in loop è il cartello stradale con la scritta “tutte le direzioni”, perché io al volante sono molto vulnerabile agli stimoli linguistici, non posso assolutamente fare a meno di leggere una cosa qualsiasi e, a partire da una parola o un concetto, cominciare a vagare con la mente nei luoghi metafisici più irraggiungibili e caldamente sconsigliati, cosa che però non compromette in alcun modo le mie prestazioni al volante, in quanto da sempre (come tutti gli uomini) ho una sorta di pilota automatico incorporato che previene il mio pensare e mi limita a far mettere in moto, muovere mani e piedi, rispondere con reazioni del tutto inconsapevoli, quasi pavloviane, ai colori dei semafori, e seguire semplicemente la strada, quella che capita; poi in qualche modo arriverò.

nel frattempo fuori dal mio abitacolo potrebbe anche esserci Godzilla che lancia palazzi a King Kong intento ad osservare il Dottor Manhattan che chiede a Ghiottolino dei Ghostbusters che cazzo ha da ridere, e io non potrei assolutamente accorgermene, ma questo è niente, perché come ho accennato all’inizio il vero problema per me insolubile, che mette a rischio la mia stessa esistenza nonché quella dei malcapitati che transitano sulla mia stessa strada, è il cartello “tutte le direzioni”.

Intanto, la corteccia cerebrale mi va immediatamente in saturazione per l’ovvia imprecisione di natura semantica: un singolo cartello con una singola freccia difficilmente può indicare una molteplicità di direzioni, e tanto meno può pretendere di esaurire la totalità delle direzioni: se mi indichi una cosa, mi indichi UNA cosa, non mi indichi tutto, e, tra l’altro, che bisogno c’è di indicare tutte le direzioni? A che cazzo serve un cartello che indica i tutto? sono stati gli stringhisti a inventare quel cartello? e soprattutto, cosa succederebbe se andassi dall’altra parte? Forse c’è un dualismo spietato legato ad ogni bivio che riporta il cartello “tutte le direzioni”? devo aspettarmi che, se andrò da quella parte, avrò a disposizione tutte le direzioni possibili, mentre se andrò dall’altra troverò l’esatto contrario, cioè un senso unico assoluto a cui non si può sfuggire una volta imboccato come oltrepassare l’orizzonte degli eventi di un buco nero, cioè che o andrò in tutte le direzioni, o andrò dritto per sempre?

dopo un primo istante di disorientamento, ovviamente mi rendo conto che le cose non stanno così, mica sono stupido. Io so benissimo, che se seguirò quel cartello, poco dopo semplicemente ne troverò altri con tutte le direzioni che mi interessano, ma non è così facile, perché so altrettanto bene che questa cosa è fisicamente impossibile, nessun cartello installato da operai nel passato può sapere dove deve andare un qualunque automobilista che passa di lì nel futuro, a meno che i cartelli che mi aspettano più avanti non indichino davvero TUTTE le direzioni possibili, e dunque questo implica che, per evitare un imbarazzante e scomodo disservizio, gli operai che hanno installato i cartelli nel passato avranno sicuramente avuto cura di installare i cartelli di tutti i luoghi della Terra a cui è stato dato un nome, in modo da (1) rispettare tutti i valori di verità della denominazione “tutte le direzioni”, (2) fornire informazioni assolutamente esatte e dettagliate a chiunque passi di lì (3) evitare questo tipo di dubbi ai disturbati mentali a cui è stata erroneamente consegnata una patente di guida e che guarda caso scrivono sui blog.

dopo aver circoscritto il problema in questi termini, però, emergono subito i limiti del ragionamento: come potevano gli operai del passato conoscere i nomi dei posti che sarebbero stati costruiti nel futuro? Come poteva la ditta appaltatrice responsabile dell’installazione dei cartelli stradali avere abbastanza denaro per comprare tutto il metallo e tutta la vernice necessari per costruire l’abnorme numero di cartelli indicatori di tutti i luoghi della Terra a cui è stato – e a cui verrà – dato un nome (che ovviamente andavano installati non in un posto solo, ma in tutto il territorio mondiale)? Come hanno potuto le ditte che hanno prodotto quella massa sterminata di cartelli stradali completare quel lavoro più o meno infinito in tempo per l’apertura della rete stradale? Come può un numero così grande di cartelli rientrare nello spazio visivo di un essere umano ed essere anche visionato interamente nel breve tempo di lettura che ha a disposizione un automobilista in movimento?

dopo un secondo momento di disorientamento, quindi, data la quantità di assurdi che si vengono a creare, mi appare subito evidente che l’approccio nell’interpretazione del cartello “tutte le direzioni” è ancora sbagliato. a questo punto, l’errore deve per forza trovarsi a monte di tutto, vale a dire che non ho ancora capito niente di quel cartello, il quale non indica né i 360°, né altri cartelli indicatori, pertanto posso soltanto pensare che il cartello “tutte le direzioni” in realtà stia lì per segnare un chiaro confine metafisico.
se andrò dall’altra parte, resterò nel solito mondo umano e pazienza, continuerò ad essere uno stupido uomo in una stupida vecchia macchina che percorre una stupida strada per andare in stupidi luoghi terrestri.
se invece seguirò il cartello “tutte le direzioni”, sarò soggetto a un rivolgimento esistenziale e sostanziale, cambierò il mio rapporto con lo spaziotempo e anche un altro paio di cosette, perché appunto di lì a poco sarò in “tutte le direzioni”, quindi sarò ubiquo, ovunque, in tutti i luoghi.
Insomma,

 

Dio.

 

segnaletica stradale

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