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Archive for the ‘Natura matrigna’ Category

Illazione sul senso della vita

il traffico, come i batteri, è un organismo senziente. lo scopo degli organismi senzienti è sopravvivere. senzienza e intelletto sono due cose separate da un aumentato grado di percezione della realtà, l’essere più lontani dal proprio involucro fisico e l’essere più vicini al tutto che che ti circonda; ovvero il tutto, che si estende da qui fino all’eliopausa oltre al quale c’è solo il vuoto incolmabile.

lo scopo degli organismi intelligenti, quando essi superano una certa soglia di comprensione non è più quello di sopravvivere e riprodursi. gli organismi intelligenti si creano uno scopo per i fatti loro. lo scopo non è più far sopravvivere il corpo in qualità di mattoncino del tutto; lo scopo è più grande, si estende oltre, lo scopo è il bene del tutto e il tutto prevede anche il sacrificio dei mattoncini che lo compongono, a volte a favore di altri mattoncini che più in la col tempo aiuteranno il tutto.

non è un discorso di cercare il bene degli altri al posto di cercare il bene per sé, non parlo di questo. il punto focale si estende oltre e lambisce l’essere umano e la sua comprensione del sé e del tutto. se ti domandi se vale la pena di sacrificare la tua vita, che è tutto ciò che hai, allora significa che non comprendi che il tutto è un’altra cosa e non è la tua vita.  un corpo funziona bene solo quando le sue cellule senescenti o difettose vengono eliminate e sostituite o uccise, spesso dalle esse stesse che preferiscono il suicidio ovvero l’apoptosi al diventare un tumore o a compromettere il messaggio di una catena di nucleotidi nel DNA.

io sono una cellula in un corpo che tu stai contribuendo a far ammalare come hai fatto in passato e come probabilmente farai in futuro. se l’apoptosi è l’unico sistema per sensibilizzarti e farti smettere di seminare odio tra le altre cellule, allora mi andrà bene così. ma essendo che ho un sola chance, se proprio mi costringi a sensibilizzarti lo farò mentre mi guardi e magari cercherò anche di sporcarti uno dei tuoi bei vestiti.

un’apoptosi in piena regola, programmata nel più propriamente vero senso del termine.

B0005542 Human HeLa cancer cell, apoptosis

Colonizzare Marte? solo se ho il frigo vuoto.

Quanto è lontano Marte dalla Terra? Tantissimo. Se prendessi tutti i cingalesi della spiaggia di Onno e li impilassi nello spazio in direzione del pianeta rosso, probabilmente morirebbero in modo atroce e non si arriverebbe nemmeno a un sedicesimo del percorso.
Ciò non toglie che l’idea non sia da scartare.

Bars Landsoap, associazione di sillabe quanto più vicina possibile al vero nome di costui, non ha ancora capito un cazzo, ma gli auguro di riuscire nel suo intento e di portare via quante più teste di cazzo possibile in un viaggio sola andata per colonizzare un pianeta sterile e inadatto alla vita.

Potrebbero farci un reality, se solo si riuscisse a trasmettere dati durante le bufere di sabbia marziana invernali che durano anche due mesi.

Potrebbero farci un reality, se solo alla gente a casa piacesse vedere gente che muore di fame o assiderata nel sottosuolo, o peggio perché uno perde la testa e rovina magari un anno di coltivazioni perché non può scopare, perché il problema è poi quello. non sono le malattie o il cibo, il problema è che se il gruppo è misto, qualcuno scopa e qualcuno no.

Aveva ragione una mia carissima quando diceva “beati i vermi, loro sì che se la passano bene”

primavere del XXI sec.

l’uomo si accorge che sta invecchiando quando inizia a gradire maggiormente gli abbigliamenti femminili primaverili e autunnali, rispetto a quelli estivi.
succede quando le tue coetanee stanno meglio con dei vestiti che coprono i punti giusti, piuttosto che con dei vestiti che non coprono affatto.
succede quando i vestiti che mostrano le grazie, hanno sempre meno grazie da mostrare e sempre più difetti da nascondere.
quindi piuttosto che scoprire cosa celano i vestiti, è più proficuo immaginare cosa ci potrebbe essere sotto, immaginando una giovine perfezione di fattezze.

vivere il XXI sec quando si ha trent’anni è come una realtà in decadimento.

è come giocare a Fallout o avere per il cortile di casa la “Zona” di Stalker.

ora che vi ho fatto sentire un po più vecchi,
ma ancora con la speranza che in realtà io mi sbagli e stia esagerando come al solito,
vi riporto un link sagace per vedere la cosa sotto un’altra angolazione interessante

Parto (e considerazioni sulle partenze)

di fatto si può partire per andare in un mucchio di luoghi e direzioni. è importante quindi capire non solo dove andare (1), ma anche comprendere cosa si lascia (2), come e con chi si parte (3).

i pargoli quando vengono partoriti, partono per il mondo esterno segnando la dipartita dall’utero materno. ok sui punti 1 e 2

 

il parto è un atto di forza e sofferenza e “spingi” è la parola d’ordine. la invocava anche il buon e vecchio Starnì (padre di Eccì, in Robbin Hood un uomo in calzamaglia) quando diceva “ora io gondare vino a sbingi” e devo dire che in quelle circostanze di prigionia e costrizione, lo “spingi” funzionava alla grande.

 

però durante il parto… spingi spingi, credo che insieme al pargolo uscirà anche qualcos’altro da lì vicino, no? magari da un orifizio adiacente e anch’esso interessato dalle contrazioni addominali.

e in effetti, dopo una doverosa ricerca su siti internet di giovini donne e su altri a sfondo vagamente medico, sembrerebbe frequente di si.

 

non ho cuore di chiedere direttamente alla genitrice, ma ho come l’impressione che io sia già nato nella merda.

 

luce sul punto 3.

i coprofaghi sono solo dei nostalgici.

saluti a tutti!

 

 

curiosità: scrivete parto sterco su google immagini e la sedicesima immagine che vi si visualizzerà sarà un Tremonti pensieroso da comedonchisciotte.org

Categorie:Natura matrigna

antimatter pussy

sì, perche come nello spazio profondo la disparità tra abbondantissima materia e rarissima antimateria è solo frutto di una pura coincidenza in fase di “sviluppo cosmico embrionale”, un caso che ha portato ad un prevalente accrescimento dell’una sull’altra rendendo la materia mattone della nostra realtà e l’antimateria solo un soggetto d’interessante studio di nicchia, così certi casi della vita portano seco il fatto che per numerose esistenze, la figa, sia come l’antimateria.

solo un soggetto di studio teorico.

esplorato al massimo attraverso libri di biologia o monitor cristalli liquidi.

 

 

non usate i tubi catodici, consumano un sacco di elettricità.

ora c’è crisi.

Feti

si, donne.

fate figli, procreate. Fateli, ma prendete atto della verità.

me ne parlò per primo l’amico dello spazio.

io mi documentai e poi tadaaan!

Wikipedia rispose

i feti sono parassiti.

lo dice la scienza,

no way out.

una volta ho ospitato un parassita, è stata un’esperienza piuttosto disgustante (e ve lo dice un uomo difficile al ribrezzo). andai nel bosco (come faccio spesso) e tornai a casa con una zecca. mi accorsi della sua presenza solo il giorno seguente. mi si era aggrappata alla ciccia, lurido schifoso parassita il cui unico scopo era suggere dal mio sangue. s’ingrassava, al caldo del mio corpo coperto dai vestiti.

e sì che una soluzione non violenta era dietro l’angolo. poteva venire a casa con me e chiedermi del sangue; glie ne avrei dato da portare a casa, e invece no, mi ha costretto, per difesa, a strapparla con una pinza dai miei tessuti. il problema è che la sua testa s’è staccata ed è rimasta incastrata nel mio adipe, quindi bando alle cortesie ho preso un coltello e ho reciso il ricettacolo delle sue luride frattaglie, esattamente come si taglia un cordone ombelicale.

ed è qui che la mia immaginazione si ferma. come può un uomo invidiare una donna per il suo privilegio di portare in grembo un parassita? davvero l’uomo si sente inferiore alla donna per questo?

so che un giorno una donna mi picchierà per questo post.

ma anche l’amico Giordano j.j. Bruno è morto per diffondere il sapere.

io potrei cavarmela con molto meno.

forse un occhio nero o un incisivo rotto.

Selezione naturale, amore-odio

non credevo nell’evoluzione come considerazione darwinista. aveva troppi punti vuoti messi lì alla cazzo solo per dare una spiegazione forzata per evadere l’imbarazzo di dire “non lo so”. sarebbe un po come credere nella religione, e come personaggio religioso, ad esempio, credevo a tante cose ma non nelle sproloquiate vaticane o nel farsi esplodere mussulmanicamente.

credevo però nella selezione naturale, non come mezzo per raggiungere qualcosa come una nuova specie, ma come evento a sé stante, operante e vivente.

Già viviamo con tanta gente scema, come sarebbe se la vostra vita fosse ancor maggiormente costellata di idioti? la selezione naturale cerca di eliminarne qualcuno per farci un favore.

tutto quì.

 

a favore di ciò, ho già postato degli esempi, tipo i motociclisti che ti sorpassano a destra o i pedoni che attraversano la strada in stile ninja occultati dai bus o dai suv.

dobbiamo accettare la selezione naturale per quella che è. una matrigna che mette le sue creazioni le une contro le altre, uccidendo le persone sfruttando la legge del più forte, e a volte il “metodo Montecarlo”.

 

dite Grazie, alla selezione naturale.

 

io lo faccio,

ma gradirei che mi gettasse nella spazzatura senza tutti questi assurdi preamboli che ricordano le interminabili pratiche comunali, o i tentativi dell’amico della spazio di ri iscriversi all’università.

 

dai natura…

facciamola finita.

dimostriamo la maturità che abbiamo.

io e te.

soli soletti.

come due innamorati.

come il maresciallo Rocca e sua moglie.

Pranzo all’inferno (ma non mo’ di 300)

sono ad Alessandria, con dei miei colleghi.

è ora di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro.

a turno, imbracciano i propri cellulari e chiamano a casa, chi le mogli, chi le fidanzate, chi le madri.io intanto scivolo giù dal sedile della macchina, incastrando scomodamente le ginocchia nel cruscotto.

collega: “cantastorie! ma tu non avverti a casa? non c’è nessuno che ti aspetta?”

cantastorie: “io c’ho il diavolo che mi aspetta; sotto terra”

e a pensarci bene… negli ultimi 2 mesi tra

notti in ospedali

in questure

sinistri stradali

ossa tagliate

tessuti connettivali spezzati

malattie genetiche brand new

donna che mi scarica (il giorno prima che il neurochirurgo mi apra come una scatoletta di tonno)

elettrocuzioni sul lavoro

rischi di affogamento (nel lago)

rischi di licenziamento

trovarsi sconosciuti mal’intenzionati in casa

rischiare di rimanere sotto una frana (evitata per 10min.)

vertebre sfondate da placche in titanio

lesioni al Sistema Nervoso Centrale

penso che quanlcuno sia stanco di aspettare e mi voglia a casa al più presto.

all’inferno sarà ora di pranzo.

in effetti mi manca l’avvelenamento