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Archive for the ‘Rabbia gratuita’ Category

Odio nel traffico

Essendo un forestiero a Milano e dovendoci, oggi, passare solo per attraversare in due la città, non posso fare a meno di guardarmi intorno e notare tutta una serie di cose ormai scontate per i milanesi, per esempio che il traffico è come un maestro spietato, uno vecchio stampo. Mi terrorizza, mi mette ansia, mi punisce regolarmente non appena commetto una piccola trasgressione, poi però a volte mi dà delle grandi lezioni, offrendomi magnifiche immagini che esprimono in modo sublime l’intensità del vivere milanese.
Due persone all’incrocio si sono messe a litigare, affacciate ai rispettivi finestrini.

macchineUno (a) stava cercando di parcheggiare a ‘S’ accanto al marciapiede sinistro al di sotto del semaforo, ma l’altro (b) era arrivato e si era messo in coda al semaforo della strada a due corsie, e in un attimo si era ritrovato incolonnato dalle macchine dietro di lui e alla sua destra, senza potersi più muovere, intralciando così la manovra del primo. Quei due sapevano bene che la cosa sarebbe durata pochissimo, sapevano bene che dopo pochi secondi sarebbe scattato il verde e tutto si sarebbe risolto facilmente, sapevano bene che non si sarebbero mai più rivisti, e, razionalmente parlando, sapevano bene che non aveva senso né scopo mettersi a litigare.
Eppure, lo hanno fatto lo stesso, e a dirla tutta quello era un gran bel gesto, una specie di ringraziamento, perché in mezzo a tutta questa ricchezza caotica niente va sprecato.
Tutta una serie di scelte inconsapevoli aveva fatto sì che quei due si incontrassero a quell’incrocio. Le probabilità che quell’incontro avvenisse erano veramente ridicole, sfioravano quelle di vincere al Superenalotto, perciò appunto per questo l’incontro non doveva finire nel nulla, era unico, rarissimo, irripetibile, c’erano volute due lunghe vite distinte fatte di miliardi di scelte e decisioni per condurre a quell’evento, per far trovare lì, in quel momento, quei due meravigliosi idioti. un lavoro lungo, meticoloso e silenzioso, e poi alla fine eccotelo qua, l’evento tanto improbabile è avvenuto, due sconosciuti che non hanno assolutamente niente da spartire si sono incontrati, e la sorte ha voluto metterli l’uno contro l’altro. Che fare quindi? che dire? io dico che va benissimo, non è un problema, anzi è un sintomo positivo, è vitale, ed è qui che si nasconde il senso di tutta questa baraonda.

Se l’unica interazione possibile tra due tizi che si incontrano deve essere per forza di cose un odio irrazionale da esprimere in pochi secondi, allora dai, diamoci dentro, odiamoci, scanniamoci, non facciamo i timidoni perbenisti, su, che la vita è un mozzico, avanti! celebriamo la ricchezza della realtà e delle sue miracolose infinite possibilità mandandoci appassionatamente a morire ammazzati a vicenda augurandoci l’un l’altro di contrarre un male terribile e incurabile che privi l’altro di tutta la sua dignità di uomo (o donna) senza lasciargli null’altro che l’amarezza di una vita rovinata per sempre per un capriccio del destino.

Ho la sensazione che tutto questo lo sapessi da sempre, ma mi ci è voluto un incrocio melanese per azionare questo domino di pensieri e farmi capire la natura della vita e adesso lo vedo chiaramente:
quando la vita non offre alternative e l’unica (ma dev’essere davvero l’unica) interazione possibile è l’odio, perché tutto il resto non esiste e vi trovate di fronte ad un muro e ne siete certi, allora ignorarsi è uno spreco di vita e non una dimostrazione di superiorità intellettuale. da sempre, gli intellettuali amano e odiano e i sentimenti sono quelli che hanno fatto crescere volumetricamente il nostro cervello, differenziandoci per la prima volta, dai rettili (se qualcuno non lo sapesse, i rettili hanno emozioni limitatissime, meno dei volatili e meno del vostro fidanzato, ad esempio)

Anche a voi, sì, che possano accadervi le cose peggiori, che possiate non trovare mai pace, che possiate incontrare stasera stessa la vostra nemesi, per poi consumarvi a vicenda in un nero destino di odio senza speranza.
Evviva la vita, gente!

Test sugli animali? perché no, ho già fatto merenda.

Scusate il mio astio e il mio cinismo ma questo è l’unico posto dove posso lasciarlo correre libero, al meno finché la polizia non mi becca. Dicevo, scusate l’umore malsano, ma è un periodo difficile da quando degli stupidi animalisti hanno rubato il mio cucciolo di beagle.

Sì, anche io ho un beagle, e pratico la vivisezione.
In realtà non conduco alcuna ricerca, è la mia religione ad imporlo.
Ok, ok, lo faccio anche perché è divertente.

Dicevamo, il mio credo afferma che la sofferenza dei beagle avvicini a Dio. Ed è incredibile come riesca a sopportare facilmente il dolore, quel pulcioso bastardo: non riesco a farlo guaire sin quando non spruzzo alcol, sale e limone sulla carne nuda delle sue ferite aperte.
Che è anche il segreto per la riuscita di un’ottima tequila… trascurando il tabasco che per me è come la Kryptonite, quindi evito.

A volte mi chiedo se anche i ricercatori che utilizzano animali lo fanno per fede o per crudeltà: “Ehi professore, guardi questa scimmia allo stadio terminale! Quando fuma il sigaro è uguale a Don Gallo!”, oppure semplicemente perché condurre esperimenti su scimmie e cavie è un compromesso tra costi e benefici a cui la moderna medicina, al momento, non può ancora rinunciare.

“Marino (Ignazio), sei una bestia! Dovrebbero farla a te la vivisezione! No alle crudeltà sugli animali! Noi la crisi non la paghiamo! Gelmini, Gelmini, vaffanculo! Mandela libero!”
Hai ragione, forse ho esagerato.

Ehi, mi piace molto il tuo nuovo colore di capelli!

Chissà quanti conigli e maiali hanno sofferto per ottenere quel fantastico rosso cinquantenne in crisi di mezza età che non sa più cosa farsene di tutti quegli assorbenti. Oh, ma era un prodotto “Cruelty-Free” come tutti gli smalti, i rossetti e i medicinali che utilizzi, assolutamente. Come se fosse difficile per le multinazionali sporche e cattive esporre il bollino “Prodotto non testato sugli animali”.

Quel, prodotto.

Basterebbe specificare se anche i test che vengono fatti sui singoli componenti lo sono, o se comprano materie prime da altre aziende che praticano la vivisezione.
Non dimenticare inoltre di farmi sapere quando entrerà in commercio il primo antitumorale completamente “Cruelty-Free”.

Gli animalisti son tutti giovani e belli, eppure devo ancora trovare un malato terminale che sia contro la vivisezione e comunque vorrei vedere tu cosa faresti tu se al terzo ciclo di chemio ti apparisse Gesù con in mano una pasticca miracolosa in grado di annullare tutte le piaghe e restituirti ad una vita dignitosa.

Qui c’è la pasticca.

Ma se la vuoi devi dare fuoco, spezzare il collo e insultare le sorelle di settemila beagle.

Pasticca, cuccioli di beagle.

La mia presenza in questo mondo da una parte, occhioni grandi e dolci che non chiedono che amore e coccole dall’altra.
La mia vita, quella di settemila cagnolini affettuosi che mi leccano la mano scodinzolando buffamente.
Devo pensarci ancora un momento, come no.

Certo, sarebbe stato più facile scegliere se al posto dei settemila cuccioli di beagle avessi considerato dei topi da laboratorio dagli occhi rossi e la coda nuda, e non nego che sarei più contento se iniziassero a testare prodotti di bellezza e medicinali su zanzare e serpenti ma non posso farci nulla: niente è più importante della vita umana (in generale s’intende), figuriamoci quella di una bestia.

Eccezione fatta per la vita dei turbo-animalisti, a cui auguro di morire di un cancro la cui cura definitiva venga scoperta solo pochi giorni dopo grazie ad uno studio effettuato vivisezionando graziosi coniglietti.

Ciao a tutti e mi raccomando, continuiamo a volerci bene.

vegetariano animalista (un post truffaldino)

scusate l’assenza, recentemente m’è caduto il mondo in faccia e ho passato del tempo a rimetterlo a posto. ora mi piace molto come ho sistemato le cose, quindi adesso torno a scrivere e sono cazzi vostri.

scusate l’assenza. a breve scuserete anche la presenza.

volevate un posto ricolmo d’odio nel confronti degli animalisti? dei vegetariani? no? bene… nemmeno io ma ora mai è troppo tardi quindi ecco fatto.

vegetarian

in altri termini:

“perché amare uno ma mangiare l’altro?”
Perché i cani hanno un sapore di merda, ecco perché, stupidi vegetariani.