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Archive for the ‘Razzismo’ Category

Colonizzare Marte? solo se ho il frigo vuoto.

Quanto è lontano Marte dalla Terra? Tantissimo. Se prendessi tutti i cingalesi della spiaggia di Onno e li impilassi nello spazio in direzione del pianeta rosso, probabilmente morirebbero in modo atroce e non si arriverebbe nemmeno a un sedicesimo del percorso.
Ciò non toglie che l’idea non sia da scartare.

Bars Landsoap, associazione di sillabe quanto più vicina possibile al vero nome di costui, non ha ancora capito un cazzo, ma gli auguro di riuscire nel suo intento e di portare via quante più teste di cazzo possibile in un viaggio sola andata per colonizzare un pianeta sterile e inadatto alla vita.

Potrebbero farci un reality, se solo si riuscisse a trasmettere dati durante le bufere di sabbia marziana invernali che durano anche due mesi.

Potrebbero farci un reality, se solo alla gente a casa piacesse vedere gente che muore di fame o assiderata nel sottosuolo, o peggio perché uno perde la testa e rovina magari un anno di coltivazioni perché non può scopare, perché il problema è poi quello. non sono le malattie o il cibo, il problema è che se il gruppo è misto, qualcuno scopa e qualcuno no.

Aveva ragione una mia carissima quando diceva “beati i vermi, loro sì che se la passano bene”

Selezione naturale

ed ecco un altro post apparentemente razzista e indiscutibilmente classista!

considerazioni che non necessitano di parole aggiuntive, se non quelle del buon Lipe che ci ricorda:

la selezione naturale non dorme mai.

e come si può non crederci?

la selezione naturale è un dato di fatto.
e il fatto che certa gente sia arrivata nel XXI sec mi fa pensare che quello che effettivamente non è un dato di fatto, sia l’evoluzione.

tanto per litigare

interessante la recente vicenda mediatica del ballerino Roberto Bolle.

un suo commento su twitter recitava :“Che degrado i barboni accampati al San Carlo”

a chi abbia un minimo di cultura classica del passato, le sue parole suggeriscono uno stato di disagio. una lamento nascente da una società alla deriva, impoverita, decaduta, dove aimè ci sono dei barboni che privati delle quotidianità e delle certezze di cui vivono le persone comuni, si trovano a condividere un freddo spazio all’aperto, cercando un riparo che mai chiameranno “casa”. e come si evince dalle parole di Bolle, questo riparo si concretizza nel teatro di San Carlo di Napoli, quello che in una civiltà benestante e classica rappresentava una delle torce della cultura che leva l’uomo ad uno stato di coscienza superiore, sempre più lontano dall’essere una stupida bestia, un passo più vicino verso uno stato di quiete e pace mentale di una civiltà superiore.

nella mia mente, intanto che leggo le parole di Bolle, si rievocano dei bozzetti di Fallout che accostano delle retrograde forme di civiltà umana e la loro voglia di sopravvivere, a quelle che 200 anni prima erano, geograficamente, le meraviglie architettoniche e culturali di una Washington DC allo splendore. palazzi che adesso sono solo rottamaglie.

un pezzo di merda qualunque invece, pensa che Bolle in realtà è uno stronzo e odia i barboni perché a lui fanno schifo e gli insozzano il teatro.

e quindi il povero Bolle, cosa fa? inutile spiegarsi o farsi capire; deve rimangiarsi tutto e ricordare che a lui “i barboni piacciono”. perché è questa la realtà della concezione della scena pubblica. siamo tutti perbenisti e benpensanti “aperti e progressisti” si dice così no? e poi giù duro a fare gli schizzinosi e i narrow view su delle espressioni che magari nascono anche da dei cuori sinceri e da dei sentimenti veri.

e Bolle, ripeto, essendo personaggio della scena pubblica e vivendo per il suo lurido compiacimento, rimangia tutto e inghiotte senza battere ciglio.

questo dovrebbe farci pensare che dovremmo essere sempre più contenti di litigare con le persone as a whole per delle divergenze opinionali o percettive, perché ogni volta che succede, significa che non siamo dei pezzi di merda come le masse dimostrano di essere.

dimostriamo in oltre che siamo degli esseri umani individuali e non uno di quei 5-6 tipi di persone che esistono nel mondo, che moltiplicati per miliardi, compongono l’umanità. (link)

litigate con tutti e fatelo col cuore.

perché solo quando ci sono opinioni contrastanti c’è crescita,

ed essere del “partito delle buone opinioni preconfezionate” vi farà stare in pace con la vostra coscienza solo quando essa sarà un bisteccone nelle mani dei meccanismi sociali che ci governano.

Il Governo dei banchieri? articolo quasi serio

in questo blog si parla di quasi tutto.

letteratura, scienze, razzismo, arte, esperienze sociali… di economia parlo poco perché francamente,

non so niente.

quindi quando metto insieme quello che penso, solitamente arrivo a conclusioni che di negativo hanno l’ignoranza, ma di positivo hanno il fatto che le mie opinioni non sono influenzate da nulla e forse per questo motivo, sono opinioni sincere.

non ho capito la finanziaria del governo Monti.

mi sembra che sia composta per i 3/4 da tasse.

ma le tasse sono recessive per definizione (e sì, perché se sottrai capitali alle persone, quelle spendono di meno e non promuovono la crescita)

e quindi?

 

e quindi io lavoro duro, faccio tutto in regola, e i miei introiti che non vanno direttamente ad essere investiti nel mio sostentamento (che ricordiamo essere anch’esso tassato, perché tutto il cibo,

 

il gas, il mutuo ecc è tutto tassato fino al 20%) vanno quindi ad un’organizzazione italiana che sta crollando.

portandosi seco noi italiani che ci spendiamo in un Italia che consuma più di quello che si produce.

è come mantenere un figlio che scialacqua tutto.

è come se ogni giorno posso fare 1l di gasolio, ma ne consumo 1,1l. il serbatoio è destinato ad esaurirsi.

in risposta gli italiani si lamentano.

 

non lo so, il mio vecchio si lamenta dagli anni ’80 e di miglioramenti, niente. non cambia nulla.

bisognerà lamentarsi più forte? poi però si diventa sovversivi e questo all’opinione pubblica non piace.

 

sembrerebbe che non rimanga che adnarsene fuori dal cazzo e lasciare che la nave affondi da sola (al di la della frontiera linguistica, un tecnico con la mia esperienza sarebbe d’aiuto ad un qualsivoglia stato, come lo è all’Italia).

ma dal governo, ci arriva un salvagente a ciambella: non andatevene italiani, la soluzione sta nella “fase 2” di rilancio economico…

 

waw.

 

ebbene io penso che l’assetto politico-economico della compagnia per la quale lavoro (come a quanto pare di tantissime altre medie-grandi compagnie), recentemente ha cambiato layout.

ora va di moda dire che ci sono delle “inefficienze”.

quando parli di inefficienze, ai boss ai piani alti piace sempre un casino.

non solo perché fai bella figura, ma anche perché se ci sono inefficienze non c’è bisogno di allargare il personale o potenziare le strutture per stare al passo coi lavori (che grazie a Dio la mia azienda ha sempre avuto ha piene mani).

se ci sono inefficienze, significa che c’è forza lavoro in abbondanza, e quello che rende le strutture lavorative deboli, è solo una questione organizzativa o d’assetto.

roba di layout.

in sostanza, si può lavorare (e guadagnare) di più, basta volerlo; e lavorare di più è necessario viste le diminuite percentuali sui guadagni, derivanti dalla manovra Monti e dalla ipertassazione.

quindi si finisce per svuotare il personale,

prosciugarlo

esaurirlo

depauperarlo

oberarlo di attività e di malcontento per non essere in grado, effettivamente, di portare a termine il lavoro in un regime dove il lavoro, semplicemente, è troppo per una persona sola,

anche quando questa persona è in gamba davvero.

 

tanto chissenefrega, quando poi un lavoratore è svuotato, al pari di un pozzo petrolifeto esausto, basta assumerne un altro (magari al 75% dello stipendio) che fuori dalla porta, di impiegato nuovi c’è

 

la fila.

questo sempre perché viste le problematiche economiche dell’italia post 2011, le aziende meno virtuose hanno già lasciato a casa 30.000 dipendenti e le stime dicono che ne seguiranno latri 300.000.

ecco riassunta la famosa “fase 2”; riforma per il rilancio dell’economia italiana.

non agli occhi di un parlamentare,

non agli occhi di uno stidente di economia

ma agli occhi di un (giovane) adulto che lavora davvero e lo farà fino alla fine anche se la cosa gli sta sul cazzo davvero.

mantenere i banchieri (e non i lavoratori di banca, beninteso, parlo dei banchieri veri) che fanno parte di un governo che sembra sempre più un governo burattino;

 

eppure spero di sbagliarmi.

spero che questa fase due non sia uno spettro ma che sia una realtà, anche se guardando l’Italia di adesso, mi sembra di ricordare la storia dello sfruttamento coloniale.

 

un italia (con la i piccola) colonia di Germania e Francia.

 

io intanto ho tirato su tutte le fragole dal mio orto e ho deciso si piantare del cotone (dico sul serio).

bisogna adeguarsi

e diventare un po “negri”

per il bene della Merkel

 

Neri eppur colorati

da quando la parola “negro” ha magicamente iniziato a suggerire un idea di negatività razzista e pregiudizievole,  i lettori dell’oltrecane hanno imparato ad usarla più spesso.

non per volersi schierare dalla parte del razzismo, ma bensì nell’ideologia di martirizzarsi per conservare l’uso corretto della lingua italica.

in vita mia, avrò parlato con 3 o 4 decine d’individui, discutendo sul fatto che dire “nero”

ad un negro, denota ignoranza.

non è come scrivere “migliaia” senza “g”, è qualcosa di peggio. implica il non conoscere il significato delle parole che si usa.

il più delle volte nascono dei simposi interessanti, che spaziano dalla voce Negro di wikipedia, alle citazione delle “lettere da Ventimiglia” di Jacopo Ortis, al famoso passo della Commedia di Dante ove egli varca le porte dell’inferno, a seconda del mio grado di sobrietà.

c’è chi comprende (perché qua è fatto di comprendere una realtà, non si parla di punti di vista), c’è chi no, c’è chi ci ride su e c’è chi quanto meno, apprezza il tentativo.

la mia è comunque una guerra persa.

la lingua italiana è in evoluzione, e sta evolvendosi in direzione della salvaguardia della sensibilità di quel pubblico che si sente urtato nei sentimenti dalla parola “negro”, ritenendola politically uncorrect.

come mai questo non avviene con le bestemmie al Gesù Cristo non l’ho ancora capito.

uno a zero per i Negri.

e sì che Gesù gioca in casa.

comunque, visto che i negri sono tra noi ed è evidente che appartengono ad un aplogruppo del cromosoma Y diverso da quello R Caucasico predominante in Europa (perché dire “razza diversa”, urta i preziosi sentimenti del pubblico), dicevo… si, per distinguerli dai visi pallidi, sono nate diverse espressioni.

oggi analizzeremo l’espressione “ragazzo di colore” (valida per entrambi i sessi), dimostrandone l’incoerenza.

Dicasi “ragazzo di colore”, un ragazzo negro.

partendo da questo postulato, se lo sentissimo per la prima volta, ci rivolgeremmo la domanda: “ma di che colore?” e quindi potremmo passare parecchio tempo a valutare le principali scale di colore delle pelli umani, isolando per esempio il bianco-rosè, il marroncino-rossiccio, il giallastro e il marrone-nero.

ovviamente, se in una conversazione il nostro interlocutore parla di “ragazzo di colore”, evidentemente sta escludendo il suo colore dalla lista, rendendo l’espressione “ragazzo di colore” un espressione razzista, in quanto mi chiedo se i negri parlino di se stessi definendosi “di colore” (ricordo di un negro che per indicarme un altro negro disse: “è stato quel ragazzo afro americano”).

il punto secondo, deriva da un’analisi eseguita col mio Amico dallo Spazio e si basa sul fatto che dovremmo analizzare il termine “colore” e il suo significato.

cosa è colorato e cosa no. cosa è il colore.

ebbene il colore è dato dalla percezione dei nostri organi visivi che analizzano le onde elettromagnetiche. ogni frequenza elettromagnetica produce dei risultati ottico/mnemonici diversi, alla sua percezione. con poche esclusioni che sto ancora analizzando (ad esempio il rosa), tutte le frequenze da noi percepibili sono associate ad un colore.

esistono ovviamente moltissime altre frequenze non percepibili (appena trovo il link che cerco, lo inserisco)

che vengono comunque emesse dagli oggetti che ci circondano.

tutte queste frequenze che i nostri occhi non sono  fatti per percepire, vengono codificate dal cervello con il “colore” nero, che a questo punto appare chiaro non essere un colore, in quanto identifica esattamente la mancanza di colore.

quello che noi vediamo nero perché ad esempio emette luce a frequenze comprese tra 800 e 900 nm (quindi fuori dallo spettro visibile che si aggira tra i 400-700nm) in realtà potrebbe avere tantissimi colori per una specie aliena con organi di vista tarati su quelle frequenze.

per noi i negri, essendo neri, sono senza colore.

magari per la razza aliena citata sopra, i negri potrebbero essere gli esseri più colorati e sgargianti di tutto l’universo, ma per la nostra costruzione biologica, i negri sono molto molto poco colorati.

quindi questo è il mio appello:

se la lingua vuole evolversi che lo faccia con raziocinio.