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Archive for the ‘Rubrica del mondo onirico’ Category

Manuali di felicità, depressione, articoli introspettivi, considerazioni e altre cose che si mangiano

aspettando risposte che non arrivano,

ogni tanto,

i pessimi risultati relativi ai calcoli (ben fatti) delle probabilità di accadimento degli eventi piacevoli che mi si potrebbero prospettare, prendono il sopravvento sul mio buonumore.

trattasi di eventi piacevoli “normali e ovvi” che in un normale arco di vita umana, statisticamente dovrebbero presentarsi; e invece dev’essere che “il buon Dio non si è ancora occupato delle pratiche inevase della mia felicità che prendono polvere sulla sua scrivania”

e così la mia corteccia cerebrale, a notte fonda rimette tutto assieme in una realtà alternativa, libera, ove vige un indebolimento dei rigori sociali che ci impongono di comportarci decentemente anche quando vorresti mandare affanculo familgia amici e superiori.

un mondo immaginario di proiezioni dove tutto potrebbe filare liscio.

e invece no.

la mia corteccia sogna che sono il fidanzato di Amanda Knox che è lontana da me, chissàdove; e che aspettando il suo calcolato, improbabile ritorno mi ammazzo a colpi di Braulio guardando alla TV Bear Grylls che pur mangiando le cose meno commestibili sul pianeta, ha sempre quello sguardo illuminato e quell’espressione felice.

Volto di fango e sorriso irradiato dal sole.

la vita non è piacevole esclusivamente quando è rigorosamente bella, la felicità è strettamente legata al futuro e quindi alle prospettive.

quando la vita non sorride, si guarda al futuro,

quando il futuro non sorride, ci si limita a sopravvivere, magari cambiando gusti, come fa Bear Grylls.

è lui quindi l’idolo indiscusso, l’unico che abbia capito che visto che mangiare la merda fa parte del gioco, allora è il caso di farsela piacere.

ed è proprio questo il punto, forse.

nella vita (quella reale) cerco di essere ottimista cercando il “bene futuro”; provando a vedere il lato positivo degli eventi integralmente negativi, che è quanto meno il cercare di capire il perché questi eventi fanno merda. Devo rassegnarmi invece al fatto che la merda è sempre merda, da qualsiasi punto di vista la si guardi.

 

 

 

 

 

altro che reincarnazione,

se la mia vita è davvero merda, allora verrà strizzata e bevuta da un Bear Grylls cosmico.

è così che prospetto la mia reintegrazione nel grande ciclo della vita.

Mangiare succo di merda non è una figura retorica

Oniric concert (09-07-11)

è mattina. probabilmente una mattina d’inverno; una domenica.

dormicchio al caldo nel mio lettuccio col piumone tirato fino al mento.

ad un tratto un rumorosissimo nanetto umpa-lumpa vestito di verde-rosso irrompe nella mia camera abbattendo la sottile porta di legno con un calcio, generando una notevole pioggia di schegge che in pochi istanti decantano sul letto e sul pavimento della stanza, lasciando alla vista una sagoma dell nano che si staglia nella polvere dalla luce proveniente dal corridoio alle sue spalle (le stanza è buia, perché la sera prima ho abbassato le tapparelle n.d.a.)

“padrone sveglia! siamo in ritardo per il torneo!”

al ché, mi ricordo che secondo il mio CCNL devo presentarmi in forma per la mia performance annuale natalizia alla mesòn della befana per un contest di streaptis. io e i nanetti umpa-lumpa della fabbrica di willy wonca sfidiamo babbo natale e i suoi folletti in varie prove orrendamente sexy come la seduzione della befana, e cose simili.

Willy Wonka è stato lo storico capo gruppo dei suoi ometti paffuti e pelosi, fino all’incidente dell’88 dove ha perso la vita in uno scontro armato con Caparezza. e così nell’89 mi sono visto contattare da Emma bonino (capo del mio sindacato) che mi ha selezionato tra tanti e costretto a prendere il posto del sig.Wonka.

Babbo natale e gli elfi, dal canto loro, vantano circa 200 anni di reciproca intesa e collaborazione.

arrivati nell’isola di Hans (che doveva essere la casa della befana) appena entrati nel nostro camerino rosa alla moulin-rouge, pieno di specchi con le classiche lampadine tonde ad incandescenza, ci viene consegnata la lista delle prove in cui ci saremmo cimentati. nel nostro campionario compare per prima cosa una danza coreografiche di “In the Navy” o “Macho man”, a scelta.

optando per “In the Navy”, indossiamo i costumi di scena e ci precipitiamo sul palco. 5 nani si vestono da village people; io e gli altri nani ci vestiamo tutti da indiani, solo con la classica mutanda apache che pizzica come poche altre cose al mondo.

sul palco lo scenario ha dell’orrendo. decine di uomini umpa lumpa ciccioni e con le pance pelose, vestiti da apache, si posizionano su una chiglia di una nave della marina statunitense (scenografia). abbiamo i fake-musicisti: un batterista che fa finta di suonare la batteria, un chitarrista che finge di suonare la chitarra e così via, tutti che cantano e saltano scompostamente intorno ai loro strumenti, senza nemmeno guardarli. danno l’idea di essere dei cazzo di gremlins.

poi ci sono i fake-village-people, tra cui il nano negro, reso negro dalla truccatrice nel camerino e ci sono i vari elementi della scenografia… i nanetti-onda, che reggono dei cartonati azzurri a forma di onda con la sciumetta in cima, i nanetti-albero (ma che cazzo ci fanno degli laberi nel mare??) i nanetti gabbiano e i nanetti nuvola appesi con dei cavi d’acciaio all’impalcatura del palcoscenico.

tutto questo quadro è incorniciato dalla canzone dei Village people sparata da degli altoparlanti laterali a massimo volume, benché restino chiaramente udibili alcuni schiamazzi degli ometti/coreografia umpa-lumpa che ripetono ciclicamente le parole “spacco-spacco!”; “siiii!!”; “spacchiamo tutto!”; “il padrooone è buooonooo”; “forza-forza!”; “muovetevi cani!” e così via discorrendo .

tutti sembrano dei gremlins scoordinatissimi, sconfusionati e dotati di rare facce da ebeti, come se vedessero il mondo per la prima volta.

io schiaffeggio le chiappotte di una renna di babbo natale rapita la settimana prima(quella col nasino rosso) tenendo il tempo della canzone. quando le sue chiappette sode tendono la rosso, ad ogni sculacciata sexy, lei muggisce in un espressione di compiacimento.

intanto che il sogno svanisce, sicuro della ineguagliabile genuinità del nostro gruppo, mi convinco che la gara di quest’anno la vinciamo noi sicuramente.

Vita da mercante (18/10/10)

tutto si sviluppa su di un isola caraibica (settings ricorrente nei miei sogni…).

un posto di quelli che ti fanno sentire a casa.

nel porto c’era molta vita, le locande ti dissetavano per pochi soldi, le bariste erano amichevoli e chi affittava gli alloggi non faceva domande.

io ero nei panni di un garzone ambizioso e spavaldo, che presto sarebbe diventato capitano in seconda di una nave mercantile.

la ciurma non era niente male. tutta genete dalla parlantina veloce e dalla risata facile. ci stavamo godendo alcuni giorni di licenza.

ahhh. si sa… quando passi la vita in mare, un paio di giorni di terra ferma sono un ottimo diversivo.

saranno state circa le 4 del pomeriggio, certamente il sole non aveva voglia di calare, nè di sorgere di nuovo.

sono al porto a guardare l’oceano e a smaltire la sbornia del giorno prima. la sera stessa saremmo partiti di nuovo per consegnare un prezioso carico per Maria Teresa d’Austria (che era una mia amante, ma questo non lo sapeva nessuno… forse neanche lei)

il “lesto” mi raggiunge correndo e sbraitando: “vieni! è successo un casino!”

il lesto era un ragazzo sul metro e mezzo, benda sull’occhio, chioma nera scompigliatissima, pizzettino a punta sul mento e un sorriso scaltro di quelli che ti dicono che lui la sa lunga. mi pare gli desse fastidio il rimore delle ciliege che cadono sugli specchi (come so di questo dettaglio?), ma a parte questo, è uno ok.

“che c’è lesto?” gli rispondo?

“seguimi e ti spiegherò tutto”

prende a correre come se avesse il diavolo in corpo dirigendosi veso la nostra nave. intanto mi spiega l’accaduto

“è successo che ieri notte, Morrison ha fatto una casino”

a quel punto mi spiega qualcosa di confuso, tipo che sulla nave c’è stato un omicidio-suicidio e Morrison è l’unico indiziato, e che è stato incastrato dal re di Spagna che non vuole che il nostro prezioso carico raggiunga l’Austira in tempo.

“la vittima è un ragazzo sulla 30ina. quel bastardo si è ucciso come un kamikaze afghano al quale hanno promesso una ciotola di Nesquik con il latte a temperatura ambiente. La polizia crede che Morrison l’abbia ucciso, l’ha arrestato e ha posto la nave sotto sequestro”

arrivati vicino alla nave vedo che la zona pullula di poliziotti londinesi con la loro casacca blu e il tipico accento da finocchi (gli attuali bobby, vigili urbani di Londra tanto per intenderci).

il capitano ha un fiasco di vino in mano. è completamente ubliaco e ci stà provando con la polena della nave con frasi come: “hei piccola, lo so che lavoriamo insieme, ma tu sei troppo sexi”una scena ricorrente per noi che lo conosciamo.

così il lesto mi dice: “ci hanno fregati. le indagini non finiranno in meno di una settimana. ci serve una nave sostitutiva. Morrison è spacciato, lo metteranno sulla forca.”

“no! aspetta lesto. faccio un chiamo a Maria e le dico che tardiamo un po.”

allora estraggo dalla tasca il mio cellulare e cerco il nome di Maria Teresa d’Austria nella rubrica (che avevo abbreviato in 1a Maria, così mi rimane in cima alla rubrica e non perdo tempo per cerecarla).

la chiamo. il telefono squilla.

guardo il porto. tutto (a parte i poliziotti inglesi) è così rinascimentale… i vestiti, gli edifici… il telefono cellulare cosa c’erntra?

BAM! sono lucido! questo è un sogno!

appendo il telefono. lo butto in mare.

sono cosciente, ma agitato. devo tranquillizzarmi.

cerco di ricordare i trucchi: fisso il pavimento. mi tocco le mani e le guardo.

lentamente il sogno diventa stabile.

il lesto mi guarda stranito… tace… “Fanculo la regina, Lesto! ora io e te andiamo a salvare Morrison, ma abbiamo bisogno di rinforzi”

così alle mie spalle compaiono Dante e Virgiglio (altri personaggi noti nei miei sogni). dante mi appoggia la mano sull spalla e io mi ricordo dell’ultima avventura che abbiamo vissuto insieme all’iferno (in cui mi ha insegnato le arti marziali).

“andiamo!!” e di corsa ci avviamo verso la prigione dove è detenuto Morrison.

indico virgiglio “io e te distraiamo i poliziotti. lesto e Dante, sapete qual’è il vostro mestiere”

il lesto sorride e dante annuisce citando se stesso “noi si è quì per spaccare i culi [cit.]”

 

io e Virgiglio ci pariamo davanti alle caserme (che in realtà è la casa del fascio) e distraiamo i gendarmi componendo un sonetto in endecasillabi sul principio di indeterminazione di Heisenberg. una cosa mai vista. (con questa mi guadagnerei un ricovero coatto)

Dante entra in calcio volante da fare invidia a Chuk Norris, urlando un perfetto “WWATààà!” alla Ken Shiro e atterrando una fila di poliziotti.

il lesto salta come una gazzella e in breve tempo arriva al 3° piano dove inizia a segare le sbarre della prigione con un panetto di burro che aveva precedentemente scheggiato e raffreddato a dovere.

 

guardo l’intera scena, la casa del fascio, il sole, i gendarmi agonizzanti per i calci rotanti di dante e i volgari endecasillabi di virgiglio.

tutto inizia a farsi confuso e

BAM!

perdo la coscienza.

da quì più nulla.

 

cel’avremo fatta a salvare Morrison?

cosa avrà detto Maria Teresa d’Austria del suo prezoiso carico mai arrivato a destinazione?

che ne sarà della storia d’amore tra il capitano e la polena?

cosa ne penserebbe Freud dei miei sogni?

 

lascio ai posteri l’ardua sentenza.

buona pasqua a tutti.

 

la polena. al capitano lo dicevamo che era una woodenpussy

 

I Maya per terminare il governo Berlusconi (11-10-10)

era il 7 ottobre 2012 ed era la fine del mondo.

l’avevano detto al telegiornale. non era una scelta intelligente, ascoltando il TG pensavo alle conseguenze di questa rivelazione. cosa avrebbe fatto la gente?

probabilmente, comunque, la verità sarebbe trapelata lo stesso, quindi le autorità avranno deciso di ufficializzare la cosa.

per il telegiornale, la diagnosi della fine sarebbe stata questa: una supernova sarebbe esplosa a 2 passi dalla terra bruciandone la crosta per intero.

così appena si è scatenato il panico generale (chi si dava alle lacrime e chi all’edonismo) io e il buon amico Rascia siamo andati in Bressera (nota località montana del comasco trasgressivo).

il pomeriggio scorre velocissimo (infatti non ricordo nulla) finché non sopraggiunge la notte.

dietro la luna inizia a nascere una corona di luce e poi un nuovo sole, la luce si fa via via più intensa, il caldo insopportabile.

il fuoco raggiungerà presto la terra, ma questo già lo si sapeva.

tutti urlano e sbraitano. la città ai piedi della montagna sulla quali ci troviamo, appare in tumulto.

io e Rascia siamo sdraiati su delle sdraio, posizionate sul prato, vestiti con dei ridicoli costumini da mare.

Rascia stappa una bottiglia di sidro e me ne versa una pinta in una pentola, io mi metto gli occhiali da sole e incrocio le gambe distese.

 

Gli indiani al centro della terra (13-10-10)

sono nella foresta tipo equador (ma in realtà è l’irlanda del nord, io lo so bene).

faccio parte di una trubù di indiani che mi hanno salvato da un disastro aereo/ferroviario (su questo no comment… non ricordo)

per vivere con loro, però, devo essere uno di loro, diventando adulto. quindi mi dicono che devo trovare il mio spirito guida.

ci sediamo in cerchio, viene acceso un fuoco, qualcuno fuma pipe, un vecchio si fuma un serpente (tipo imbalsamato), gli altri suonano i bonghi e percuotono delle canne di bambù.

nuvole di fumo danzano davanti ai miei occhi. appena mi concentro su di esse appare una figura. E’ IL MIO SPIRITO GUIDA!!!

guardo meglio… lui cammina verso di me. la sagoma è indistinta. poi ad un tratto, con un salto esce dal fumo che lo cela!

per farla breveve è una creatura a metà tra un folletto irlandese e P.A Barakus! (quello dell’A Team per intenderci) vestito di verde col cappellino verde, un fermaglio a forma di quadrifoglio, bretelle bianco-verdi, e un mucchio di catenozzi dorati, anellazzi da 500gr è un improbabile cresta (non è la prima volta che P.A mi appare in sogno).

con voce acuta, ispida e una parlata velocissima, impreca maledizioni a casaccio e mi lancia acini d’uva nera.

allora guardo il capo villaggio e gli dico “wow, altro che lupi, tori e aquile, il mio sì che è uno spirito guida di quelli fighi”

lui annuisce e tira una pippata ad una biscia secca ripiena di tabacco.

“da ora in poi, tu sarai “Grumello che vola” sii fiero del tuo nome”

una vecchia sta per consegnarmi un totem da appendere al collo (credo che sia un grappolo d’uva) ma la sveglia irrompe rumorosa e lacera il mio mondo onirico.

sono sveglio.

realizzo cosa ho sognato.

rido come un imbecille per diversi secondi.

credo di divertirmi un mondo mentre sogno le mie storie malate.